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Salgono a 100mila i profughi di Abyei
L'eurodeputato Mario Mauro chiede all'Ue di agire per aiutare gli sfollati
di Redazione
Secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), il numero dei profughi che hanno lasciato Abyei è salito a quota 96mila. Una cifra drammatica che rispecchia un clima “molto teso” nella città di confine tra il Nord e il Sud Sudan.
Nel suo rapporto, OCHA parla di “tiri sporadici e case messe a fuoco” con cittadini in fuga dalle violenze esplose il 21 maggio in seguito all’occupazione di Abyei da parte delle truppe del regime nordista di Omar Al Bashir. Khartoum ha giustificato la sua offensiva con la necessità di dover rispondere a un attacco nel nord della regione di Abyei contro un convoglio dell’esercito in cui due militari avevano trovato la morte.
La maggioranza degli sfollati è composta da Dinka Ngok, favorevoli all’indipendenza del Sud che si separerà ufficialmente dal Nord il 9 luglio.
I Dinka denunciano “una pulizia etnica sostenuta dallo Stato centrale” e perpetrata dai nomadi arabi Misserya provenienti dal Nord che ogni anno migrano verso il Sud alla ricerca di acqua per i loro bestiami.
Dall’inizio dell’anno i due gruppi etnici sono protagonisti di scontri fratricidi. I Misserya non godono di buona fama. Ben armati, si erano già illustrati nella guerra tra Nord e Sud Sudan servendo da milizia alle truppe militari di Khartoum.
Secondo il rapporto di OCHA, le organizzazioni umanitarie sono particolarmente inquiete della vulnerabilità delle comunità che stanno accogliendo gli sfollati. La situazione è particolarmente drammatica nella contea di Twic (Stato del Warrap) e nella zona frontaliera di Agok. L’esodo si sta verificando “in un periodo molto delicato, dove decine di migliaia di famiglie sono costrette a ridurre i loro consumi quotidiani prima della stagione del raccolto”.
“Come era prevedibile il referendum di qualche mese fa, con la conseguente secessione dello stato sudanese, non è servito a risolvere l’instabilità che da molti anni insanguina il più esteso stato africano. La fine di un conflitto che ha provocato milioni di morti è una notizia positiva, così come la prospettiva della nascita di una democrazia, ma la strada è ancora molto lunga – ha dichiarato Mario Mauro, Presidente dei Deputati PDL al Parlamento europeo intervenendo a Strasburgo durante il dibattito sul Sudan.
“Io credo che l’Unione europea debba allertare adesso la propria struttura per la gestione delle crisi umanitarie sulla situazione di Abyei. Non dobbiamo aspettare che sia troppo tardi. L’UE ha fatto un buon lavoro nella gestione della crisi umanitaria in Libia e può farlo anche in Sudan. Dobbiamo dimostrare cosa significa il valore di una vera politica estera”.
“In molti avevano preventivato le difficoltà e le tensioni che si stanno verificando oggi soprattutto lungo le zone di confine tra nord e Sud, visto e considerato che ci sono in gioco ingenti concessioni di petrolio. Sappiamo tutti quanto contino gli enormi interessi cinesi nell’area sudanese. Stare a guardare significherebbe lasciare che la Cina risolva a proprio piacimento le diatribe, senza avere alcuna attenzione per il rispetto dei diritti umani. Lasciando a loro stesse le migliaia di sfollati che anche in queste ore stanno cercando di abbandonare le zone di confine. Sappiamo tutti di cosa è stato capace Al Bashir negli ultimi vent’anni. Sappiamo tutti che senza un intervento repentino e coordinato della Comunità internazionale il dittatore non solo si riprenderà il territorio conteso dell’Abyei, ma si spingerà oltre, con conseguenze inimmaginabili”, ha affermato Mario Mauro.
“E allora è bene che ci si immerga completamente nel pantano del nuovo Sudan. Conterà davvero molto il ruolo della Comunità internazionale, con in testa Europa, Stati Uniti e, ovviamente, la Cina. Dovremo saper collaborare con Pechino in maniera serena e senza pregiudizi di tipo ideologico: il ruolo della Cina non va solo temuto ma dobbiamo cercare con loro collaborazione e farli venire allo scoperto sui diritti umani”, ha concluso Mario Mauro.
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