Welfare
SALUTE. Il 30 maggio è la Giornata Nazionale del Respiro
In “campo” Federasma Onlus e le associazioni a essa aderenti
di Redazione
Più di tre milioni di individui in Italia vivono il disagio di essere asmatici con sintomi che spesso interferiscono con la normale vita quotidiana. L’asma è ancora oggi responsabile di più di 500 decessi all’anno (dati Istat anno 2006). A livello mondiale la prevalenza della malattia è in rapida crescita, soprattutto nei bambini e nei giovani. I dati più recenti attestano che circa l’8 -10% dei bambini soffre di asma (1 bambino su 10), nell’80% dei casi provocata da allergie.
Proprio l’allergia costituisce la terza causa di malattia cronica nel nostro Paese e riguarda oltre 10 milioni di individui, con un’incidenza sempre più preoccupante su giovani e infanzia. I dati Italiani evidenziano come il 20% dei bambini in età scolare risulta essere particolarmente sensibile a polvere, polline e derivati epidermici di animali. L’8% dei bambini sotto i tre anni e il 2% – 6% della popolazione generale soffre invece di allergie alimentari. Sono cifre allarmanti e inaccettabili, poiché gran parte di tali sofferenze e molti decessi potrebbero essere evitati.
A rendere noti questi dati e lanciare l’allarme è Sandra Frateiacci, presidente di Federasma Onlus – Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno ai Malati Asmatici ed Allergici. «Il 2009 è stato proclamato ufficialmente dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) Anno del Respiro. Ci auguriamo – ha aggiunto – che i buoni propositi possano finalmente tradursi in realtà e che l’Italia – che risulta avere il triste primato di essere il Paese con la maggior percentuale di asmatici non controllati – possa avviarsi decisamente verso una reale tutela delle persone affette da queste patologie, alleviando le loro sofferenze attraverso la realizzazione di percorsi di effettiva prevenzione ed assistenza».
Il professor Floriano Bonifazi presidente Ifiaci (Federazione Italiana delle Società Immuno Allergologiche) sottolinea l’importanza di adeguare i piani sanitari al crescente impatto epidemiologico delle allergopatie; un cittadino su 4 soffre di allergie respiratorie (1 su 3 se si considerano anche altri tipi di allergie non respiratorie), mentre metà delle regioni italiane, tra cui ad esempio Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, non prevedono nei loro piani sanitari reparti o servizi preposti alla prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie allergiche.
Ne deriva, prosegue Bonifazi «la necessità di campagne di sensibilizzazione che mettano in risalto come la rinite allergica nel tempo tende a complicarsi con Asma, Sinusite Cronica, Poliposi-Nasale, disturbi respiratori del sonno allergie alimentari e alterato sviluppo cranio facciale. Da non sottovalutare la crescente problematica delle reazioni avverse a farmaci che è oggi causa di ricovero ospedaliero fino al 5% di tutti i ricoveri e provocati da un meccanismo allergico nel 25% dei casi. Altro settore sottostimato per la sua rilevanza è quello dell’allergia al veleno di insetti(1-3%). Le opportunità attuali offerte dai trattamenti immunoterapici specifici sono in grado di prevenire fino al 95 % delle reazioni piu’ gravi: informazioni quasi del tutto ignorate sia da parte dei pazienti, sia da parte di molti medici».
Infine – ha concluso l’esperto – «esiste la necessità sempre più attuale di lavorare a delle vere e proprie alleanze fra più figure professionali e non, nella lotta all’inquinamento atmosferico poiché è dimostrato, per esempio, che le particelle emesse dal traffico veicolare (in particolare da motori diesel) sono in grado, non solo di esercitare un’azione infiammatoria diretta sulle mucose delle vie aeree, ma anche una azione amplificatrice delle risposta allergica se inalate insieme ai pollini».
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