Non profit

Salvare la vita ai bambini nel cuore dell’Africa

Aperto in Camerun un ospedale per curare gravi cardiopatie

di Redazione

La onlus ha aperto
iI Cardiac center di Shisong per poter intervenire
sulle patologie più gravi
che colpiscono i più piccoli.
E un presidio di pronto intervento sarà aperto
nel corso di quest’anno
anche in ZambiaUn traguardo importante e l’annuncio di un obiettivo strategico: così si è chiuso il 2009 di Cuore Fratello. Il taglio del nastro è stato quello del Cardiac Center di Shisong, in Camerun, avvenuto a novembre, mentre la nuova iniziativa è un ambulatorio per i problemi cardiaci che sarà aperto in Zambia. «Le chiavi della struttura, costata circa 7 milioni di euro, sono state consegnate alle suore Terziarie di san Francesco di Bressanone, che da anni operano nella zona», racconta don Claudio Maggioni (nella foto di Photoaid), presidente di Cuore Fratello. «Il Centro, prevalentemente pediatrico, è stato realizzato in collaborazione con l’associazione Bambini cardiopatici nel mondo e durante il suo primo anno di operatività sarà in grado di effettuare oltre 3mila visite, 100 interventi chirurgici a cuore aperto e 300 cateterismi diagnostici ed interventistici, ma il numero degli interventi è destinato ad aumentare».
Il Cardiac Center di Shisong è il modello di riferimento per una nuova iniziativa, questa volta in Zambia. «Nascerà un ambulatorio, un primo presidio per le malattie cardiache, che servirà anche da filtro per destinare i malati più gravi al Cardiac Center di Shisong», continua don Claudio Maggioni. Cuore Fratello offre sostegno anche nei casi in cui gli interventi chirurgici sono di grande complessità e non possono essere effettuati in Africa. «Nel 2009 sono stati salvati dieci bambini malati di cuore provenienti dallo Zambia e un bambino rumeno di pochi mesi. I giovani pazienti sono stati ospitati nelle case gestite dall’associazione e assistiti dal gruppo dei volontari fino al ritorno a casa», racconta don Maggioni. Che continua: «Attraverso il progetto Ospitalità, Cuore Fratello offre una sistemazione e l’appoggio morale dei volontari, che mettono a disposizione il proprio tempo per alleviare un momento di particolare sofferenza per i parenti dei ricoverati al Policlinico San Donato. Nel 2009 abbiamo accolto, nelle case da noi gestite, 293 persone arrivate da tutt’Italia. Un’attenzione particolare è rivolta a quei genitori che si trovano ad affrontare la malattia del proprio bambino ricoverato al Policlinico San Donato. Attraverso il progetto Filippo, i volontari hanno accompagnato, in questa difficile esperienza, sette famiglie italiane e due straniere».
Cuore Fratello conta 200 volontari, di cui 80 operativi che si occupano dell’accoglienza, del supporto ai pazienti e ai parenti degli ammalati, ma anche della gestione dell’associazione. A loro nel corso di quest’anno sarà destinato uno specifico progetto formativo: «Continueremo con i tradizionali corsi», conclude don Maggioni, «ma aggiungeremo momenti formativi informali che prevedono lo stare insieme in momenti conviviali per rafforzare la reciproca conoscenza».

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