A Venezia un’isola per tutti
Salvare Poveglia, una questione di rispetto e di dignità
È un cammino lungo e tortuoso quello che ha condotto un’associazione di cittadini a ottenere da parte del Demanio la concessione di una delle tre piccole isole che compongono Poveglia. Vederla all'asta aveva generato nel 2014 un moto di indignazione e una raccolta fondi. La vice presidente Patrizia Veclani: «Dal 1° agosto sarà a tutti gli effetti non nostra ma della collettività, almeno per sei anni». Il primo passo? Realizzare un parco

Un trafiletto sul giornale locale. Tanto è bastato a generare un moto di indignazione in un gruppo di abitanti della Giudecca, l’isola a sud del centro storico di Venezia, davanti al primo caffè del mattino. Era il 2014 e la notizia recitava più o meno così: “L’Agenzia del Demanio mette all’asta l’isola di Poveglia”. «Da anni assistevamo alla vendita delle isole della laguna Sud, le guardavamo trasformarsi in resort di lusso. Non potevamo più restare in silenzio». Patrizia Veclani racconta così il primo innesto di una straordinaria mobilitazione popolare, durata più di dieci anni e non ancora finita, che ha portato una fetta consistente di società civile a donare centinaia di migliaia di euro in nome di un’idea: preservare un luogo che da sempre rappresentava un polmone verde per gli abitanti della laguna. Leggevamo di una Poveglia abbandonata, ma i veneziani non l’avevano mai lasciata».

Per partecipare all’asta, occorreva un versamento di almeno 20mila euro. E così, quella che all’inizio voleva essere una provocazione diventa un crowdfunding di successo. 450mila gli euro raccolti, ma l’asta non la vinse nessuno: «Aveva partecipato un altro concorrente, l’impresa di Luigi Brugnaro, lo stesso che da lì a pochi mesi sarebbe diventato sindaco. La commissione valutatrice si riunì e definì l’offerta più alta (non era la nostra) non congrua al valore del bene».

È un cammino lungo e tortuoso quello che ha condotto l’associazione Poveglia per tutti (Veclani è la vice presidente) fino a qui. Ci sono voluti due ricorsi al Tar e un esercizio continuo di democrazia partecipata per arrivare al 2 luglio scorso, quando l’agenzia del demanio, l’ente responsabile della gestione del patrimonio immobiliare dello Stato, ha affidato in concessione una delle tre piccole isole che compongono Poveglia. «Dal 1° agosto sarà a tutti gli effetti non nostra ma della collettività, almeno per sei anni. Il primo passo sarà realizzare un parco. Siamo già al lavoro per un pontile (Poveglia non è servita da una linea di trasporto pubblico ed è raggiungibile soltanto con mezzi privati, nda), segnaletica e gruppi di lavoro mirati».
Come ci si sente? «Quando ho visto una a una le isole diventare alberghi mi sono sentita come quando ti vengono a rubare a casa: è stato una specie di trauma. Mi vengono in mente le parole della nostra socia più anziana, 86 anni e sempre presente a ogni evento che organizziamo. È una questione di rispetto e di dignità».
Le fotografie sono dell’associazione Poveglia per tutti
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