Welfare

Sanità e popolazione immigrata: il ministero al lavoro per migliorare l’integrazione

FOCUS salute pubblica

di Redazione

La popolazione in Italia sta bene: meglio rispetto al passato e anche meglio rispetto a diverse altre popolazioni europee; persistono tuttavia differenze sistematiche, soprattutto nell?accesso ai servizi socio-sanitari, che si legano alla presenza di alcuni fattori di fragilità come quelli relativi alla migrazione.

Con l?obiettivo specifico di costruire il profilo di salute della popolazione immigrata residente regolarmente nel nostro Paese, si è costituito, promosso dal ministero della Salute, un gruppo di lavoro nazionale con rappresentanti di Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Puglia, il coordinamento dall?Osservatorio epidemiologico sulle disuguaglianze della Regione Marche e la partecipazione di Istat, Inail, Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali e Associazione italiana epidemiologia. Il gruppo dovrà definire indicatori comuni che permettano una rilevazione omogenea di dati nelle regioni italiane, così da individuare i problemi di salute più diffusi tra la popolazione immigrata e realizzare politiche di intervento appropriato.

«Sono tre i settori problematici evidenziati», spiega Silvia Candela, dell?Unità di epidemiologia, Asl di Reggio Emilia. «Infortuni sul lavoro, malattie infettive e i percorsi legati alla gravidanza». È qui che si presentano le maggiori differenze rispetto agli italiani: «Le donne immigrate in gravidanza accedono meno ai servizi, per carenza di informazioni o difficoltà linguistiche e culturali, come il timore di essere visitate da un ginecologo maschio. Anche il grado di mortalità infantile è più alto, perché il disagio sociale rallenta il ricorso ai pediatri, per esempio nel caso di disturbi respiratori o di disidratazione». Il gruppo presenterà un documento entro dicembre: «Occorrerà puntare alla mediazione culturale nei servizi socio-sanitari, perché siano attrezzati ad affrontare una utenza portatrice di sensibilità, biografie e bisogni diversi».

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