Tutela animali

Se a calare il sipario sui circhi sono gli spettatori

Gli spettacoli circensi piacciono sempre meno. A dirlo il nuovo rapporto della Siae. I dati mostrano un calo soprattutto del pubblico. È il settore meno redditizio nel macroaggregato teatro in cui è inserito. La Lav chiede con forza che mercoledì 23 luglio il Senato non proroghi ancora una volta l’entrata in vigore delle legge per superare i circhi con animali

di Antonietta Nembri

Se il comparto teatrale e culturale in Italia è in netta espansione, il settore circense vive invece un calo sia nell’offerta sia nella partecipazione del pubblico. 

Secondo il nuovo Rapporto Siae il settore circo in Italia si trova nel 2024 a un punto di svolta, attraversato da tensioni opposte tra rallentamento dei numeri per le esibizioni tradizionali e la forte spinta verso nuovi modelli artistici con il successo del Circo contemporaneo senza uso di animali.

Sempre meno spettatori

Gli spettacoli circensi, infatti, nel 2024, pari a 16.019 esibizioni, hanno avuto un calo dell’1,1% rispetto al 2023, con una riduzione degli spettatori pari al 5,4%

E se ci sono meno spettacoli e meno spettatori, ci sono anche meno incassi. Dal Rapporto Siae 2024 emerge infatti come il Circo si posizioni al secondo posto come settore meno redditizio del macroaggregato Teatro, con un incasso medio per spettacolo di soli 580 euro, contro una media generale di 3.782 euro, secondo come peggior incasso solo al comparto di Burattini e Marionette. Basti considerare inoltre che la Liguria che primeggia per la partecipazione media per spettacolo attesta a 93 le persone nel pubblico.

Un modello che non fuziona più

Meno spettacoli, dunque, e molti meno spettatori, che mostrano una disaffezione chiara al modello circense tradizionaleconfermando il sondaggio Doxa sul tema – che prevede ancora lo sfruttamento degli animali. 

È necessario, per la sua sopravvivenza, un cambiamento già pronto da anni, come già fatto da oltre 50 Paesi nel mondo, con un vero e proprio ripensamento dell’identità artistica escludendo l’uso degli animali.  La crescita della sensibilità verso le nuove forme di circo contemporaneo sono registrate anche dal Rapporto Siae.  

Pronta l’ennesima proroga

«Viene da chiedersi dunque perché il ministro della Cultura Giuli con il voto di mercoledì prossimo dell’Aula Senato voglia prorogare per la terza volta in poco più di due anni i termini per l’attuazione della Legge delega sullo spettacolo, la n. 106 del 2022 che prevede il “superamento dell’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti”, dal termine del prossimo 18 agosto al 31 dicembre 2026», dichiara Giulia Giambalvo, responsabile Lav area esotici. 

Che aggiunge: «Un’ennesima proroga in netto contrasto con la sensibilità collettiva, con i dati di disaffezione del pubblico e con la volontà ed il dovere morale del nostro Paese di fornire ai duemila animali ancora rinchiusi nei circhi un degno pensionamento».

«Eppure, a fronte di questi dati, il ministero della Cultura, con il suo Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo ha già destinato, solo per quest’anno, oltre 8 milioni di euro pubblici a diverse compagnie circensi che utilizzano animali nei loro spettacoli e, in vista della proroga, immaginiamo fornirà ancora contributi per l’anno successivo. Finanziamenti che continueranno a supportare un settore agonizzante che genera sfruttamento animale», ha concluso Giambalvo. 

La Lav al tema circhi ha dedicato anche il film “L’ultimo spettacolo”, un titolo che è anche un auspicio. Sulla storia della pellicola che racconta una battaglia di civiltà vinta dall’associazione si può leggere l’articolo pubblicato in occasione dell’uscita.

In apertura photo by Clément Falize on Unsplash

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