Non solo pensionati e famiglie, ma anche comunità religiose e di accoglienza, convivenze militari e case famiglia. Insomma, una buona fetta di realtà non profit possono partecipare in qualità di datori di lavoro alla sanatoria per badanti e colf. Un aspetto poco noto previsto da una circolare dell’Inps (la numero 101 del 10 agosto scorso). Non rientrano nella categoria invece alberghi, affittacamere, pensioni e cliniche private, come pure i collegi – convitti anche se senza fini di lucro.
Ma quante sono le realtà che hanno già fatto ricorso alla sanatoria? «A oggi ci risultano solo due casi: due comunità religiose», risponde Pino Gulia, responsabile del patronato Acli per l’immigrazione. «Questa opportunità per le realtà non profit l’ha fatta emergere l’Inps, infatti non è presente nell’ordinanza del governo», spiega ancora Gulia che non si stupisce del basso numero di comunità che si sono rivolte ai patronati Acli: «Non è detto che nell’arco del mese non si presentino altri casi. Le regolarizzazioni sono partite molto lentamente un po’ per tutti».
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