Non profit

Se c’è un’emergenza la Bracco copre il buco per due settimane

La badante aziendale/2

di Redazione

Abbiamo un servizio sociale interno», premette Raffaella Lorenzut, direttore Risorse umane di Bracco Group, «la nostra assistente sociale riceve le richieste dei nostri dipendenti e si attiva in tutte le strutture del territorio in cui i lavoratori vivono, molti dei quali non abitano a Milano». Un sostegno anzitutto operativo e concreto, finalizzato a trovare la soluzione più adatta allo specifico problema, agevolando l’incontro fra domanda e offerta. «L’assistente segue poi le famiglie, occupandosi delle pratiche necessarie». Un intervento personalizzato, coerente con una tradizione aziendale che da tempo ha individuato nel welfare un fronte su cui impegnarsi.
«Da anni abbiamo una politica di grande attenzione alle persone. E nell’ultimo decennio questi servizi si sono ampliati e meglio strutturati in un vero e proprio welfare aziendale che spazia dalla medicina preventiva ai soggiorni per i ragazzi, dall’assistenza domiciliare all’intervento sociale». Nel caso della morte di un dipendente, ad esempio, la sua famiglia non viene lasciata sola: l’impresa sostiene e accompagna i figli in tutto il percorso scolastico, università compresa. «Cerchiamo di lavorare su piccole cose, analizzando quali sono le criticità nei diversi processi che le famiglie si trovano ad affrontare. A seconda della situazione il contributo può essere economico, formativo, di supporto».
Tra queste ultime forme d’intervento, anche un servizio di assistenza domiciliare di cui si fa carico l’azienda e che serve per aiutare le famiglie dei lavoratori a far fronte alle emergenze. «Possono essere legate alle dimissioni improvvise dall’ospedale o all’aggravamento delle condizioni di salute dell’anziano di famiglia». Funziona così: il dipendente segnala la sua situazione; se rientra nei parametri d’emergenza, l’azienda attiva una società specializzata (con cui ha una convenzione) e quest’ultima manda a casa del collaboratore un dottore a valutare il caso e i bisogni. «Può essere che basti una visita medica o che servano attrezzature specializzate oppure un’infermiera». Il servizio dura due settimane, «un tempo che riteniamo adeguato per consentire alla famiglia di ritrovare il suo equilibrio o di individuare, anche con l’aiuto della nostra assistente sociale, soluzioni adatte».
La prossima conquista del welfare aziendale targato Bracco potrebbe riguardare la stipula di convenzioni con strutture pubbliche o private. «Non è un traguardo così semplice da raggiungere. Per quanto riguarda gli asili e le case di riposo c’è molta richiesta e pochissima disponibilità. Ci piacerebbe riuscire a fare in modo che i nostri dipendenti trovassero risposta alle loro esigenze ma attualmente le liste d’attesa sono molto lunghe e non è facile trovare una formula grazie alla quale il personale di un’azienda possa trovare delle agevolazioni. La nostra assistente sociale è ora impegnata su questo tema».

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.