In vista del loro annulae Incontro nazionale di Studi le Acli, in programma il 14 e 15 settembre a Orvieto, hanno comissionato a Ipsos un’indagine sugli elettori cattolici. Le risposte dimostrano che sono i più tentati dall'astensionismo alle prossime elezioni. Al primo posto dell’agenda elettorale mettono la lotta agli sprechi e alla corruzione, il rafforzamento dell’economia e la difesa del potere d’acquisto di lavoratori e famiglie. Non vogliono un partito cattolico, ma ai loro politici chiedono più onestà e più attenzione ai deboli. Ed è forte la tentazione per il voto a Grillo.
La tentazione Grillo
Nel corso del tempo i cattolici che frequentano almeno settimanalmente la messa hanno drasticamente ridotto il proprio consenso al centrodestra: questa coalizione aveva la maggioranza assoluta nel 2008, oggi meno di un terzo la voterebbe. Il centrosinistra segnala una sostanziale tenuta (intorno al 34%). Il centro cresce e da circa un anno si attesta intorno al 16%.
Ma vanno sottolineati altri due aspetti: la buona performance di Grillo anche in questo segmento (oggi stimato al 14%) ma soprattutto l’elevato livello di incertezza e astensionismo (43%). Indice del fatto, più volte sottolineato, che l’area dei cattolici praticanti stenta ad individuare un’offerta politica soddisfacente
Nel corso degli ultimi anni il rapporto con la religione vede alcuni cambiamenti: se si mantengono inalterati i due segmenti con una relazione più forte con la Chiesa e la liturgia (i cattolici impegnati e i praticanti assidui rimangono circa un terzo del totale degli italiani adulti negli ultimi 4 anni), scendono i praticanti saltuari, cioè coloro che frequentano le funzioni religiose meno spesso di una volta la settimana (circa 4 punti percentuali in meno dal 2008 ad oggi) e tendono a crescere i segmenti più distanti, in particolare coloro che si dichiarano non credenti, che aumentano di 5 punti negli ultimi 4 anni.
Lotta alla corruzione come priorità
Nel momento in cui si voterà gli italiani orienteranno le proprie scelte sui temi della lotta alla corruzione e agli sprechi, su quelli economici (sviluppo e difesa del potere d’acquisto) e sulla sicurezza. Assai meno rilevanti i temi ambientalisti e i temi etici, che si collocano all’ultimo posto insieme al tema del risanamento dei conti (aspetto che ha dominato il dibattito e le scelte di governo di questi mesi, ma che si considera oramai acquisito). La lotta agli sprechi e alla corruzione è un tema trasversale che rimane al primo posto tra i cattolici, assidui e non. Ma su questi temi emerge una relativa difficoltà per i cattolici: si ritiene infatti che la voce dei cattolici oggi sia molto più accentuata sui temi etici (agli ultimi posti tra i driver del voto) mentre è relativamente debole sui temi economici. E questo è ancor più evidenziato dal fatto che da un politico cattolico ci si aspetterebbe un’attenzione maggiore alle condizioni concrete di vita dei ceti deboli e un maggior rigore morale rispetto agli altri. E’ evidente la richiesta di una maggior coerenza tra le priorità dei cittadini e l’intervento politico dei cattolici.
No al partito dei cattolici
Non ci si attende una forza politica organizzata che rappresenti i cattolici (auspicata solo dal 9%), ma una maggior visibilità nei diversi partiti in cui i cattolici sono presenti (32%) o un’organizzazione che consenta di far sentire meglio la loro voce (23%). Circa un terzo ritiene che non sia utile aumentare spazio e visibilità dei cattolici. Da sottolineare che l’idea di una forza cattolica organizzata riscuote consensi assai scarsi anche tra i segmenti più vicini alla Chiesa.
Nettamente maggioritaria la convinzione che ci troviamo ad un passaggio cruciale nel rapporto tra cittadini e politica e che gli attuali partiti siano destinati a scomparire cambiando radicalmente lo scenario come sin qui l’abbiamo conosciuto: lo pensa il 56% degli intervistati, e il 62% dei cattolici impegnati.
E quindi ci si aspettano novità o con la nascita di un nuovo partito (25%) o, soprattutto, con una lista espressione della società civile (32%). L’attesa di un nuovo partito è nettamente più elevata tra i cattolici impegnati (42%), tra i quali si raggiunge il livello più basso di consenso per gli attuali partiti.
La richiesta di rinnovamento radicale delle classi dirigenti è l’opzione maggioritaria tra gli intervistati (55%), anche se tra i cattolici impegnati assume una certa rilevanza la richiesta di un superamento del bipolarismo sinistra/destra che ha caratterizzato l’ultimo ventennio. In questo “vuoto” politico, prevale un’attesa di continuità rispetto al governo Monti: grande coalizione e prosecuzione del governo attuale sono le due opzioni maggiormente condivise.
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