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Se Lafrica rimette fuori la testa. (anche a palazzo chigi)
Tra Italia e continente nero, un segnale di svolta. Dal rapporto emerge con chiarezza che la crescita è in aumento...a cura di, Savino Pezzotta
di Redazione
Lo scorso 11 aprile si è svolto a Palazzo Chigi un significativo incontro convocato dal presidente del Consiglio, Romano Prodi con a tema l?Africa. L?incontro, che ha visto attorno al tavolo una serie di persone a vario titolo interessate alle questioni africane, sebbene avesse un carattere informale e di ricognizione assume un rilievo politico importante per il luogo e per chi l?ha convocato. Va apprezzato il fatto che si sia svolto senza clamori, ma con una volontà molto pragmatica.
Il presidente del Consiglio ha dichiarato che occorre fare ogni sforzo per aumentare l?attenzione verso l?Africa e che questo interesse deve essere sempre più armonizzato con l?Unione europea. Ha inoltre sottolineato che il continente africano sta registrando una situazione economica migliore del passato.
Il nostro Paese deve scommettere sull?Unione africana e su un intervento dalle forti caratterizzazioni politiche. L?intervento del presidente del Consiglio ha toccato anche gli aspetti del ruolo dell?Italia nel Mediterraneo e l?attenzione che occorre prestare alla situazione dei Paesi del Corno d?Africa e ha rilevato la necessità di arrivare preparati come Paese e soprattutto come Europa alla prossima riunione dei Paesi del cosiddetto G8 che avrà al centro il problema dell?Africa.
All?intervento di Prodi, che era accompagnato da Patrizia Sentinelli, hanno fatto seguito gli interventi dei diversi esponenti dell?impresa, delle istituzioni pubbliche e della società civile.
Quest?incontro, pur se collocato in un carattere d?informalità, va visto come un fatto significativo soprattutto se lo collochiamo sullo sfondo di quanto dal punto di vista economico sta mutando nel continente africano.
Val la pena sottolineare che in occasione della recente conferenza dei ministri africani delle Finanze e dello Sviluppo, che si è tenuta il 2 e 3 aprile ad Addis Abeba, sono stati resi noti i dati del Rapporto economico per l?Africa 2007, elaborati come ogni anno dalla Cea, la Commissione economica delle Nazioni Unite per l?Africa. Dati che consentono di avere un quadro della situazione economica di 52 Paesi del continente (tutti salvo la Somalia) per quanto riguarda crescita economica in termini reali e il valore del prodotto interno lordo (il rapporto, di 200 pagine, è consultabile sul sito del Cea: www.uneca.org).
Dal rapporto emerge con chiarezza che la crescita è in aumento grazie ad un miglioramento eccezionale e concomitante di tutti i settori (agricoltura, minerali, petrolio, servizi), ma che è purtroppo insufficiente per ridurre la povertà e raggiungere gli Obiettivi del Millennio. L?Africa realizza un tasso medio inferiore a quello dei Paesi in crescita (il 5,7% nel 2006, contro il 7,3%) e largamente sotto quello dei Paesi asiatici (8,7% in media). Il Pil dovrebbe passare da 931 a 1.055 miliardi di dollari tra 2006 e 2007: un?infima progressione nel Pil mondiale (dal 1,95% nel 2006 al 2,07% nel 2007). Questa debolezza non permette, inoltre, di avere una posizione di forza nei negoziati commerciali internazionali.
Inoltre, emerge che all?interno del continente africano è in atto un processo di diversificazione delle economie che ha assunto, grazie alla triplicazione o al quadruplicamento dei prezzi petroliferi e minerari, dimensioni senza precedenti che rende impossibile ormai parlare di Africa in termini generali e generici. Dobbiamo imparare a fare i conti con diverse economie che vedono l?Africa meridionale sicuramente avanti di parecchie lunghezze, uno scarto che si è accumulato in più di vent?anni rispetto ai suoi inseguitori immediati. Va comunque notato che Paesi che hanno superato una fase di conflitto riescono a reggere.
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