Non profit

Se la banca fa comunità

UBI lancia un nuovo modello di servizio rivolto al non profit

di Redazione

Le organizzazioni non profit, per assolvere appieno le loro funzioni, hanno sempre più necessità dell’apporto di risorse finanziarie e di partner bancari in grado di cogliere e valorizzare i loro elementi distintivi per rispondere in modo ottimale ai bisogni emergenti. Oggi la situazione economica e sociale rende ancor più scottante la sfida posta da questi nuovi bisogni; e d’altra parte le trasformazioni in atto nel modello di welfare mettono le organizzazioni in una situazione di affanno rispetto alla raccolta delle risorse. «Siamo in un contesto di calo strutturale dei contributi erogati dalla pubblica amministrazione, dovuto alle note difficoltà del bilancio pubblico», spiega Guido Cisternino, responsabile del segmento commerciale relativo al terzo settore del gruppo UBI Banca, che a fine novembre ha presentato UBI Comunità, nuovo modello di servizio rivolto al non profit. «Al calo delle risorse pubbliche si affianca la contrazione del sostegno dei privati in conseguenza della crisi economica».
Ma quali sono le caratteristiche dell’offerta commerciale presentata da UBI? «Le organizzazioni di volontariato presentano in genere domanda di servizi di incasso e pagamento collegate alla gestione dell’operatività “quotidiana” e del rapporto con gli stakeholder», spiega Cisternino. «Per questo abbiamo messo a punto soluzioni ? a spese contenute – che includono la possibilità di scegliere tra un conto tradizionale comprensivo di un forfait di operazioni annuali gratuite e un conto con operazioni illimitate su internet. Inoltre è prevista la possibilità di accedere ad un check-up assicurativo per individuare le coperture assicurative più idonee, sottoscrivibili a condizioni personalizzate». Sono state previste anche soluzioni finanziarie per le organizzazioni interessate ad anticipare contributi attesi o maturati ed altre entrate o che realizzano iniziative progettuali. «Potranno ad esempio essere anticipate le disponibilità derivanti da crediti, donazioni, quote associative ed altre entrate e contributi attesi o maturati, anche nei confronti della pubblica amministrazione», chiarisce Cisternino. Che poi annuncia: «Stiamo approfondendo alcune iniziative progettuali innovative per contribuire a dare impulso alle attività di fund raising, anche tramite lo sviluppo delle relazioni con gli stakeholder di riferimento».

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