A Eluana verranno sospese alimentazione e idratazione. Ne sono profondamente addolorato. La sentenza (mai come oggi questa definizione fa venire i brividi) della Corte di Cassazione che sento ingiusta, mi trova disincantato e realista, prima ancora che amareggiato. Oggi, è chiaro, molto più chiaro di ieri, che il dialogo tra laici e cattolici come convergenza sulla “comune” ragione non basta più perché… si sta sfaldando l’ultimo caposaldo che la tradizione cristiano-occidentale ci ha consegnato: il valore della vita senza “se” e senza “ma”. Con questa sentenza la negazione delle famose radici cristiane dell’Europa è nei fatti, oltre che nella legge. Penso che al di là della comprensibile rabbia cattolici e no di questo Paese debbano rendersi conto che il problema cui siamo di fronte non è innanzitutto rappresentato dalla deriva laicista. Una umanità che, mentre dichiara di avere compassione per i deboli prepara gli strumenti legali per eliminarli, pone un problema più serio. C’è di più: in un contesto storico in cui la confusione è totale – al punto che io penso che il papà di Eluana, i radicali, i giudici della Cassazione siano in buona fede – in un contesto in cui appare disumano chi è umano perché di una vita “imperfetta” si vorrebbe prendere cura, in un contesto così il nocciolo non è tanto che non si ama la vita ma che da un pezzo il significato della vita è nullo, sepolto, kapput! Siamo nella prima era post cristiana diceva Péguy qualche decennio fa. Proprio così. Ma a perderci non è “una” religione o il Papa, ma l’uomo, soprattutto i più deboli.
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