«Bisogna evitare che i dubbi si trasformino
in pregiudizi e cambiare le nostre strategie»«Oggi il bilancio sulla legge 155 è sostanzialmente fallimentare e se la spinta non parte dalla cooperazione sociale la legge sull’impresa sociale è destinata a rimanere carta straccia». Il vicepresidente di Legacoopsociali, Sergio D’Angelo non si tira indietro e chiama in causa il suo stesso mondo per far partire un’iniziativa che rimetta in pista la legge. «Fin dall’inizio abbiamo espresso varie perplessità su alcune questioni della legge che tuttora rimangono irrisolte, anche con l’approvazione dei regolamenti attuativi. Oggi però è il caso di evitare che i dubbi diventino veri e propri pregiudizi e che ci si possa addirittura compiacere di questo fallimento». È necessario, dunque, cambiare atteggiamento. «Dobbiamo essere disponibili a rivedere parte delle nostre stesse strategie di impresa, perché dal successo della 155 la cooperazione sociale può effettivamente trarre molti vantaggi. Va bene consolidare, e persino allargare, la presenza nell’ambito del welfare, ma è necessario capire che sociale vuol dire anche turismo, cultura, ambiente e tutto ciò che non riguarda strettamente i servizi di cura». Allora, l’obiettivo è spostare un po’ più in la l’orizzonte. «Se non si vuol rinunciare all’idea di continuare ad essere agente di cambiamento, la cooperazione sociale deve allargare i suoi confini ricercando un ruolo più incisivo anche nell’economia. Dobbiamo interpretare la 155 non come minaccia, ma come concreta possibilità di ricomprendere tutto quello che di nuovo accade nel sociale, senza che questo comporti il venir meno del nostro assetto valoriale».
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