Welfare

Seconda edizione di Ragazzi Permale

Due ospiti di San Patrignano hanno portato in scena lo spettacolo a Milano

di Redazione

Si è svolto questa mattina, presso l’auditorium “Don Bosco” dell’istituto Salesiani di via Melchiorre Gioia, lo spettacolo “Ragazzi Permale”, messo in scena da Tiziano e Alessandro, due ospiti di San Patrignano che hanno terminato il loro percorso di recupero presso la comunità. Ad accompagnare i ragazzi il conduttore Francesco Apolloni. «Attraverso il linguaggio del teatro, i due giovani hanno catturato l’attenzione di 700 studenti delle scuole superiori di Milano, affrontando tematiche delicatissime, come l’uso di droghe», ha detto l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli, «Questo è il secondo anno che Milano ospita lo spettacolo “Ragazzi Permale”, a conferma del fatto che il Comune ha a cuore i giovani e ha all’attivo numerosi progetti che riguardano le politiche giovanili. Dalla prevenzione del disagio, all’inclusione sociale; dall’integrazione scolastica, alla prevenzione e al recupero di ragazzi con comportamenti a rischio, legati all’abuso di droga e alcol. Su quest’ultimo aspetto, insieme ad alcune realtà del terzo settore, abbiamo avviato percorsi di accompagnamento, educazione e recupero sociale per le persone che liberamente sceglieranno di essere assistite in un progetto personalizzato di reinserimento».
Le attività di prevenzione fanno parte del progetto “Drugs Off” che dal 2005 ha portato i suoi spettacoli in giro per l’Italia realizzando oltre 200 tappe e incontrando quasi 150 mila studenti.
«La tragica realtà che oggi facciamo finta di non vedere», ha spiegato Andrea Muccioli, responsabile della comunità di San Patrignano che oggi ospita 1500 ragazzi, «è che c’è un esercito di ragazzi che scappano da se stessi. Sono i drogati normali, il frutto di un cocktail avvelenato di egoismo e superficialità, di disinteresse e rassegnazione al quale ci siamo assuefatti. Ma il problema non è più solo il ragazzino che a 12 anni fuma droga. Nella stanza a fianco c’è suo padre che sta facendosi una riga di coca. Bisogna quindi intervenire sul disagio familiare creando centri di ascolto e socializzazione, proponendo a chi si sta distruggendo un cambiamento: correre il rischio di fare gli educatori». 

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