È il direttore del Christian Science Monitor primo giornale americano ad aver abbandonato la carta stampata per stare solo online. Una rivoluzione premiata dai lettori John Yemma non ha voluto aspettare di vedere in faccia l’ultimo acquirente di un quotidiano di carta. Ha preso il toro per le corna e ad aprile ha deciso di fermare le rotative del Christian Science Monitor, glorioso giornale americano che lui dirige, e di puntare tutte le energie e le risorse sull’edizione online. Per quanto riguarda la carta, al Christian Science Monitor resta un’edizione settimanale, una soluzione abbracciata con entusiasmo dal 100% degli abbonati. Il sito intanto galoppa, con un incremento del 25% di traffico. È questo il futuro? John Yemma non ha dubbi. Come racconta in questa intervista a Vita, in cui rievoca questi sei mesi epocali per la storia dell’informazione americana.
Vita: Iniziamo da chi fa l’informazione: come hanno reagito i giornalisti a questo cambiamento radicale?
John Yemma: Il nostro staff ha capito: vede quello che sta succedendo all’industria editoriale nel suo insieme: le bancarotte, i licenziamenti, la fatica generale. Sanno che il vecchio modello di giornalismo è finito e che ci sono molte persone e istituzioni che sperimentano nuove strade per questo business. Alcuni erano entusiasti all’idea di questo cambiamento, perché si tratta di un salto audace nel futuro. Altri invece erano più riluttanti, legati sentimentalmente alla vecchia scuola. Ma la maggioranza si è comportata esattamente come ci si aspetta da un ottimo giornalista: mentalità aperta e scettici al punto giusto. Non potevo chiedere di più.
Vita: Pensa che il web porterà ad un nuovo approccio alla professione giornalistica?
Yemma: All’inizio, quando si passa dalla carta stampata al web, la tentazione è quella di portarsi dietro la modalità vecchia, il racconto di una storia, la formula narrativa. Ma con il tempo (e noi lo stiamo ancora sperimentando) è il web stesso che cambia il giornalismo. Richiede articoli più corti, con più link tra i vari contenuti, ma, ancora più importante, ha la capacità di misurare la leggibilità di un articolo in tempo reale. Questo significa che i giornalisti devono confrontarsi quotidianamente (a volte ora dopo ora) con il fatto che le notizie pubblicate siano lette o meno. Ai tempi della carta stampata, potevamo vivere in un’atmosfera quasi di beata ignoranza, senza sapere se gli articoli fossero letti o meno. I lettori compravano l’intero giornale e non indicavano quali articoli venivano saltati. Ora invece ne siamo consapevoli. Questo può essere sconvolgente, ma alla fine ci aiuterà a capire meglio il pensiero dei nostri lettori. Non significa però che cercheremo di compiacere i lettori o che non commissioneremo pezzi di giornalismo originale solo perché non abbiamo evidenze della loro popolarità. Significa piuttosto che monitoreremo i nostri lettori per capire a che cosa si interessano e spesso, ma non sempre, li accontenteremo.
Vita: Come hanno reagito i lettori?
Yemma: Hanno dato dei riscontri sorprendentemente positivi sulla nostra scelta. Il nostro servizio clienti ha ricevuto solo il 15% di risposte negative quando abbiamo annunciato il passaggio. Insomma, abbiamo avuto dei feedback molto buoni in tutti i comparti dei nostri nuovi modelli di pubblicazione: CSMonitor.com, il settimanale su carta, e il Daily News Briefing, articoli di giornata ed editoriali esclusivi inviati agli abbonati via e-mail. Quando abbiamo smesso di stampare il quotidiano e siamo passati all’edizione settimanale, abbiamo mantenuto il 92% dei nostri abbonati al giornale.
Vita: Vi state concentrando sulla creazione di una community attorno al sito. Ma avete deciso di non pubblicare i commenti agli articoli. Perché?
Yemma: Per due ragioni: primo, al momento ci manca la struttura tecnica per permettere i commenti ai nostri articoli. Ma anche perché vogliamo assicurare un alto livello e, considerata la nostra reputazione, dovremo stare molto attenti con i commenti. Non vogliamo commenti futili, troppo negativi e offensivi a livello personale. Quindi, anche quando implementeremo il nuovo sito, dovremo maneggiare gli interventi con cura, il che ovviamente limiterà il numero di commenti pubblicati.
Vita: Pensa che internet porterà ad una nuova relazione tra i giornalisti e il pubblico?
Yemma: Sì, è importante che i giornalisti reclutino il loro pubblico attraverso il “crowd-sourcing”, i contenuti generati dagli utenti e altri aspetti del citizen journalism. Con il numero di giornalisti in diminuzione, quelli rimasti avranno bisogno di un gruppo di persone non giornaliste ma capaci di aiutarli. Questo viene definito “pro-am” (professional/amateur), un modello di giornalismo che sarà molto importante per il nostro futuro. Credo anche che ascoltare i feedback del nostro pubblico e capire i suoi interessi sia fondamentale, e internet è basato proprio sul dialogo a due. In quanto giornalisti però, dovremo applicare sempre i nostri standard professionali al lavoro, assicurando ai lettori precisione e imparzialità.
Vita: Quale differenza può fare l’informazione tradizionale che si trasferisce online rispetto ai blog e alle altre fonti d’informazione sul web?
Yemma: Non considero i blog come un’altra modalità per fare informazione. Sono solo un modo semplice per postare contenuti e un modello semplificato per la loro gestione. I contenuti dei blog possono essere obiettivi e uniformi come un articolo di Associated Press. O, al contrario, possono avere opinioni esattamente come un editoriale sul giornale, con quel linguaggio che solo i columnist possono utilizzare. È compito della singola istituzione giornalistica determinare gli standard per i contenuti che pubblica, utilizzando questi strumenti.
Vita: Come pensate di far crescere il tempo passato dai lettori sul vostro sito e sulla singola pagina?
Yemma: C’è solo un modo per far crescere il traffico online: postare più contenuti più spesso, scegliere notizie rilevanti e fornire un servizio utile ai lettori. Più contenuti pubblicati significa anche più aggregazione nei motori di ricerca e più lettori in grado di trovare i tuoi articoli. Di conseguenza, più traffico significa anche più incassi pubblicitari. Ora stiamo puntando proprio sul velocizzare la pubblicazione di news e sul miglioramento dei motori di ricerca. Questi due cambiamenti, associati ad un giornalismo forte, in grado di suscitare reazioni nelle persone, ci aiuteranno a crescere.
Vita: Quale futuro aspetta la carta stampata?
Yemma: Penso che la carta stampata verrà utilizzata sempre meno. È costosa da produrre: tagliare gli alberi, trattare l’inchiostro, stampare le pagine e distribuire i giornali. Tutto questo richiede un grande investimento di energie e produce anche una notevole quantità di inquinamento. La carta diventerà un prodotto di lusso, quasi come una cena di lusso. Credo quindi che tutti i quotidiani seguiranno la nostra scelta nel giro di pochi anni. Saranno disponibili online dal lunedì al venerdì e avranno un’edizione cartacea nel week-end, quando le persone hanno ancora tempo per godersi il piacere della lettura.
Vita: Il Christian Science Monitor è una non profit. Questo vi ha aiutati per la professione giornalistica? Per esempio, ad avere maggiore libertà?
Yemma: Questo ovviamente aiuta. Significa che possiamo fare questo cambiamento senza decidere della nostra vita o morte in base ai report trimestrali dei guadagni, come invece succede nelle compagnie profit.
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