Non profit
Senza governo da 9 mesi e mezzo
Crescono i separatisti fiamminghi (ormai al 57%)
di Redazione
Il Belgio, senza governo da nove mesi e mezzo, si appresta a battere mercoledì 30 il record del mondo del paese senza esecutivo detenuto dall’Iraq con 289 giorni. Intanto continuano a crescere i consensi per i separatisti fiamminghi, come rivela l’ultimo sondaggio politico pubblicato oggi sulla stampa belga. Bruxelles, dopo avere strappato un primo record mondiale a Baghdad il 17 febbraio scorso per aver superato i 249 giorni per ottenere un accordo di governo, ora, salvo miracoli, quasi sicuramente strapperà anche quello per la formazione dell’esecutivo. Il Belgio si dibatte infatti nella crisi politica più nera dalle ultime elezioni tenutesi lo scorso 13 giugno, dopo che la caduta del secondo governo del cristianodemocratico Yves Leterme a causa delle tensioni tra la comunità fiamminga e quella francofona aveva reso necessaria una consultazione elettorale anticipata. Ma dalle urne ne è uscito un paese ancora più diviso, con i socialisti unionisti guidati dal vallone di origine italiana Elio Di Rupo in testa nel Sud del paese, e i separatisti della N-va del fiammingo Bart De Wever nel Nord. Dalla scorsa estate i due si sono succeduti a più riprese alla testa dei negoziati per cercare di trovare un’intesa sui dossier politici più controversi, ovvero la riforma dello stato, della legge di finanziamento e dello statuto di Bruxelles, ma tutti i tentativi sono falliti. Il re Alberto II ha poi passato la palla prima a un socialista fiammingo, Johann Vande Lanotte, poi al ministro delle finanze Didier Reynders, della famiglia liberale, e ora al cirstianodemocratico Wouter Beke, alla ricerca di un compromesso tra i sette principali partiti usciti vincitori dalle elezioni di giugno. Finora senza risultato. Più l’accordo di governo a Bruxelles si allontana, più crescono i separatisti fiamminghi e il loro leader, Bart De Wever, che nell’ultimo barometro politico dei media “La Libre Belgique” e “Rtl-Tvi” raggiunge il 57% dei consensi, mentre il suo partito, la N-va, strappa il 33% rispetto al 28% dell’ultima consultazione elettorale. I socialisti francofoni, invece, pro-unità del paese, sono in calo al 33% dal 37% delle elezioni di giugno, e il leader Elio Di Rupo resta al 46%. A crescere anche il partito di estrema destra francofono, il Fn, che se si votasse in questo momento schizzerebbe al 6,3% dall’1,4%, così come il partito xenofobo fiammingo Vlaams Belang che risalirebbe al 13,2%. Leggera progressione dei verdi sia in Fiandre che in Vallonia, e dei liberali francofoni, ma calo per quelli fiamminghi. A calare anche i cristianodemocratici fiamminghi, attualmente alla testa del governo in affari correnti da quasi un anno, sia quelli francofoni. Ma essere senza un governo non sembra essere un problema per il paese. Il Belgio ha infatti gestito l’intera presidenza semestrale di turno dell’Ue, da giugno a dicembre 2010, con il governo in affari correnti, e ora ha anche deciso di partecipare all’intervento militare in Libia. Proprio ieri gli F-16 di Bruxelles sono entrati in azione e hanno colpito bersagli di terra. Ma l’incertezza politica, accoppiata al terzo debito pubblico più elevato dell’Ue (pari al 100% del pil), negli ultimi mesi ha creato tensioni sui mercati obbligatari facendo schizzare verso l’alto come mai prima lo spread tra i bond belgi e quelli tedeschi.
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