Cultura

Servizio civile: dal Gavci di Bologna un grido d’allarme

L'associazione pacifista mette in luce, in una lettera del fondatore, alcune difficoltà nel passaggio al nuovo sistema

di Redazione

Già lo scorso anno avevamo previsto un 2004-2005 di passaggio dal servizio civile degli obiettori al servizio civile dei volontari/e con non poche difficoltà.
In effetti siamo arrivati all’attuale assemblea con l’acqua alla gola: a Bologna e Modena senza nessun volontario/a iscritti ufficialmente al servizio civile nazionale e con prospettive nere, almeno fino all’altro giorno, per i ritardi indefiniti nell’approvazione dei progetti da parte dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC).
Ciononostante abbiamo lottato con tutte le nostre forze: resistendo con un nucleo di puro volontariato convinto e generoso; tenendo alti gli ideali di solidarietà locale e internazionale e,
soprattutto, di pace e non violenza in dimensione culturale e anche operativa. In particolare devo ringraziare i due ultimi obiettori: Martino Ottomaniello, che tra l’altro ha confermato la sua partecipazione al GAVCI anche in futuro in qualità di socio; Giulio Giovannetti, che ha fatto un ottimo lavoro di casco bianco in Bosnia, a Gorazde, e in Erzegovina, a Mostar, con grande soddisfazione sua , di tutto il CEFA e , naturalmente, del GAVCI.
Giorni fa sono stato, su iniziativa di Antonio Testoni e insieme con lui, dal dr. Marisaldi del servizio civile regionale dell’Emilia Romagna. Lì abbiamo avuto certezza che cinque progetti-GAVCI erano stati approvati a Roma dall’UNSC: è stato un primo spiraglio di speranza. L’altro giorno sono passato nuovamente dallo stesso ufficio regionale e lì si è avuta conferma che tali progetti, oltre che approvati, sono stati realmente inseriti nel bando appena uscito. C’è stata, anzi, una felice sorpresa ulteriore: per ogni progetto è aperta la possibilità di impiego di quattro volontari/e, anziché di uno solo come era stato fino ad ora. Idealmente potremmo impiegare per un anno venti volontari/e, salvo trovare tali volontari/e e salvo verificare possibilità e convenienza di impiegarli tutti/e.
Può darsi che la situazione si sia sbloccata per il GAVCI, grazie anche a un incontro da me avuto alcuni giorni fa a Roma con il dr. Roberto Marino dell’UNSC. Tra l’altro il dr. Marino ha confermato il blocco del srvizio civile in generale, causa la limitatezza dei fondi disponibili. Era tra l’altro al corrente dei due Comunicati-Stampa di Protesta, dal GAVCI diffusi tempo fa. Anzi ha precisato che d’ora in poi sarà ancora peggio: con il prossimo anno si passerà da due bandi annuali a uno solo, per cui il numero dei giovani in servizio civile passerà dalle centomila unità e oltre con gli obiettori a non più di trenta-quarantamila volontari/e, oggi e in futuro.
In tale situazione, è chiaro che noi rinnoviamo il grido di protesta contro il blocco dei soldi e, quindi, il blocco del numero di progetti e volontari.
Già il fondatore del mio istituto religioso dei Sacerdoti del cuore di Gesù, il francese p. Leone Dehon, che al suo tempo (fine ‘800, inizio ‘900) si era buttato a capo fitto a sostegno del movimento operaio per il diritto al lavoro e ad una paga adeguata alle necessità del vivere personale e familiare, chiedeva ai politici: “Come mai i soldi per le riforme sociali non li avete mai, mentre i soldi per la guerra li avete sempre?”. La stessa identica cosa avviene oggi. La questione riguarda la destra; ma non è che la sinistra sia mentalmente e operativamente schierata contro il sistema di guerra, in favore di un sistema di pace. Soprattutto è ancora quasi assente una cultura e una politica di non violenza, considerata per lo più passiva e utopica.
Tuttavia, abbiamo fiducia. C’è un grande movimento mondiale di pace; e questo conta più di tutto: le idee guidano la storia ma i movimenti fanno la storia. Basti pensare al movimento operaio.
Ringrazio tutti i responsabili di sezione: Eugenio Santi a Modena, p. Renzo Busana a Padova e in particolare Antonio Testoni a Bologna che ha fatto e continua a fare un lavoro enorme. Bisognerà trovare assolutamente degli aiutanti convinti e generosi.
Dispiace soprattutto per due progetti non approvati, ma di grandissimo valore: quello di Modena (Crocetta) e quello di Arc-en-Ciel per gli immigrati a Bologna . Faremo il possibile per sbloccare anche questi.
Padre Angelo Cavagna

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