Cultura
Servizio civile, Gavci: protesta unitaria degli enti a zero volontari
Riceviamo e pubblichiamo l'appello di padre Angelo Cavagna
di Redazione
Condivido in pieno la proposta di Alberto Trevisan, del Movimento Nonviolento, per ?un?azione comune di protesta?, lasciando libero ogni ente di attuare anche altre forme di lotta, secondo capacità e opportunità proprie.
In tale prospettiva suggerisco dei punti chiari e sostanziosi scaturiti da scambi di opinione fra varie persone avuti in questi giorni.
Chiediamo all?UNSC uno , ritenute eccessive per gli enti e per lo stesso Ufficio Nazionale.
Non è giusto attribuire migliaia di giovani in servizio civile ad alcuni enti e lasciarne altri senza nessuno. Si auspica che tutti gli enti accreditati, con progetti approvati, possano usufruire di una equa distribuzione dei volontari.
Occorre tener vivo il radicamento del servizio civile nella cultura della , da cui è nato e che è stato recepito nelle leggi 230/98 e 64/01 art.1. Il riferimento alla non esclude dal servizio civile il riferimento alla solidarietà, che è pure difesa valida della persona in stato di bisogno; ma certamente non si può escludere nemmeno il riferimento alla dal servizio civile.
Il servizio civile, come il volontariato sociale, non può occupare posti di lavoro; anzi, deve farsi promotore di soluzioni sociali sicure, che quindi esigono inquadramento di posti di lavoro privato o pubblico. Preoccupano invece le forti concentrazioni di migliaia di volontari civili in pochi enti, per lo più pubblici, come avvenuto in questo ultimo bando. C?è il rischio che il servizio civile si trasformi in fattore di disoccupazione.
Abbiamo assistito, nel precedente Governo, a robusti tagli di spesa per la , per il e per gli . E? ora di cambiar registro: richiamare i soldati dall?Iraq e da altre parti del mondo fuori dall?Italia, applicando il dettato costituzionale dell?art. 11; allora non sarà difficile trovare più soldi per la cooperazione internazionale e per i giovani del servizio civile, come sopra proposto, e il paese Italia si renderà conto che qualcosa è cambiato davvero in meglio.
p. Angelo Cavagna, presidente GAVCI
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