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Servizio civile, i numeri del disastro

L’analisi sui dati del 2011 contenuta nella Relazione al Parlamento e riletta dal Tavolo ecclesiale sul servizio civile: «Dal 2006 i volontari persi sono stati 2 su 3. Domande presentate oltre il quadruplo del numero dei volontari richiesti»

di Redazione

 

“Servizio civile immobile ma precario”: fondi in picchiata, partenze in diminuzione negli ultimi cinque anni, ma le domande presentate dai giovani sono il quadruplo dei posti disponibili. È questo il quadro tracciato dall’ultima Relazione al Parlamento sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del Servizio civile, riferita ai dati del 2011 (IN ALLEGATO). A riportare un’ampia analisi sul testo è il sito ufficiale del Tavolo ecclesiale sul servizio civile, curato da Francesco Spagnolo secondo cui “i numeri riportati nella Relazione rendono plasticamente la “stagnazione” di tutto il sistema a 10 anni dalla sua istituzione, congelato nelle sue funzioni fondamentali – l’ultimo accreditamento ad esempio risale al 2009 -, e che nella vana attesa di una “grande riforma” non sembra aver saputo cambiare quasi niente di se stesso dall’interno”.
 
UN SISTEMA IMMOBILE
Un sistema “immobile”, a cui ha dato una boccata d’ossigeno il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, con uno stanziamento di 50 milioni, ma che non riesce ad invertire la tendenza al disinvestimento. “Tra il 2010 e il 2011 il taglio è stato del 27,5%, con i fondi erogati passati
 da 170 milioni del 2010 ai 123 milioni del 2011. Per quest’anno la cifra si manterrà quasi invariata a 118,8 milioni, grazie appunto ai finanziamenti straordinari reperiti, ma senza nuove risorse nel 2013 si passerà ad appena 73,6 milioni e nel 2014 a 83,8 milioni”. Conseguenza diretta di tale riduzione è la diminuzione dei volontari avviati. “Nel 2011 il numero di volontari complessivamente finanziati, 20.123, è stato simile a quello del 2010, quando furono 20.701. Piccola crescita sul numero degli avvii nell’anno solare, passati dai 14.144 del 2010 ai 15.939 dell’anno scorso, con un +12,7%. Ma se guardiamo l’andamento storico delle partenze, rispetto agli ultimi cinque anni, dal 2006 i volontari persi sono stati 2 su 3 (-65,3%)”.
 
GIOVANI SEMPRE INTERESSATI
Nonostante il suo futuro a tinte fosche, il Servizio civile non smette di interessare i giovani. Tanto che il 2011 ha segnato un nuovo record nella copertura dei posti messi a bando, che ha raggiunto il 97,4%, con un
incremento del 4,6% rispetto al 2010. “Si confermano – dice la Relazione -le dinamiche registrate negli anni precedenti, con un’eccedenza di domande presentate superiore ai posti disponibili. Significativo, sotto questo profilo è il numero totale delle domande presentate (75.864) che è oltre il quadruplo (4,63) del numero dei volontari richiesti (16.359) che supera nettamente il risultato del 2010 (3,7 domande per ogni posto
disponibile)”. Al Sud la maggior parte delle domande: il 59,3% mentre erano il 60,3% nel 2010. Il Centro con il 20,6%, rispetto al 21,8% dell’anno precedente, poi il Nord col 18,0%. All’estero appena il 2%, con un lieve
aumento rispetto al 2010. “Il Centro ha avuto un piccolo decremento percentuale dell’1,4%; mentre un significativo aumento si registra al Nord con il 4,7%. Anche nel 2011 spettano a Campania e Sicilia i primi due posti per numero di volontari. In questa area geografica, la prima regione è rappresentata dalla Sicilia  con 2.906 volontari pari al 18,7% del totale nazionale”. Per quanto riguarda gli ambiti d’impiego dei volontari, anche quest’anno oltre la metà (9.273, il 59,7%), è stato inserito nei progetti collocati nell’ambito dell’assistenza, in aumento rispetto al 2010. Seguono i 3.605 nel settore educazione e promozione culturale (23,2%), i 1.885 del patrimonio artistico e culturale (12,1%), i 455 impiegati nel settore della protezione civile (2,9%) e i 306 dell’ambiente (2,0%).
 
MA CRESCONO ANCHE GLI ABBANDONI
Cresce età e istruzione, ma anche abbandoni e rinunce.  Per quanto riguarda l’età dei volontari, rimangono le tendenze già evidenziate negli ultimi anni. “La fascia di età prevalente dei giovani in servizio civile in Italia rimane quella 21-23 anni (il 33,8% del totale rispetto al 33,5% del 2010). I 24-26 anni sono al 31,7%, mentre per la prima volta la quota 27-28 anni arriva al 21,4%. La fascia più bassa è quella dei giovani tra i 18-20 anni (13,1%)”. C’è da ricordare, chiarisce il blog, come l’età è stata innalzata da 26 a 28 anni solo a partire
dal 1° gennaio 2005, con l’entrata in vigore completa del decreto legislativo 77/2002. Sale anche il livello d’istruzione dei giovani volontari in Italia. Oltre il 68% hanno un diploma di scuola media superiore (+1,7% rispetto al 2010), il 14,4% una laurea magistrale (+1%) e l’11,7% una laurea breve (+1,5%). Per l’estero rimane invece predominante la fascia dei laureati, con il 78,3% tra chi ha una laurea breve (33,5%) ed una magistrale (44,8%).
 
Il 2011, però, è anche l’anno che ha fatto segnare un incremento degli abbandoni: 2.668 pari al 16,7%, mentre nel 2010 erano stati il 13,1%. “Continua la tendenza riscontrata lo scorso anno, quando per la prima volta le interruzioni del servizio (nel 2011 il 63,3% sul totale degli abbandoni) hanno superato le rinunce prima dell’inizio del progetto (pari al 49,3%)”. Dai dati emerge come l’area geografica con il minor tasso d’abbandono è il Sud (isole comprese), con appena l’11,3%, segue il Centro con il 19,3% ed il Nord 25%. L’assistenza è il settore che registra la maggioranza degli abbandoni (64,5% sul totale), seguita da educazione e promozione culturale (19,4%) e patrimonio artistico e culturale (9,9%). La somma di tutte le altre non raggiunge il 10% mentre la quota inferiore di abbandoni si rivela nell’ambiente (1,4%). In relazione alle rispettive fasce di avvianti, i giovani che abbandonano di più sono nella fascia d’età 26-28 anni e con un titolo di studio universitario. La Relazione mostra anche una riduzione dei provvedimenti disciplinari nei confronti dei giovani in servizio civile nel 2011: 29 rispetto ai 43 del 2010, dei quali nessuno ha portato all’esclusione dal servizio. Infine il testo registra anche una riduzione dei ripensamenti nell’obiezione di coscienza. “Lo scorso anno tali domande di rinuncia si sono più che dimezzate (-60,5%), passando a 1.885, dalle 3.829 del 2009 e dalle 3.197 del 2010”.

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