Non profit
Servizio civile. Ora largo anche ai nonni
Parla il ministro della Solidarietà sociale: «Oggi, i nostri anziani possono dare un contributo decisivo nella costruzione del tessuto sociale»
di Redazione
Non sarà la fotocopia della formula introdotta a favore dei giovani. Dalle pagine di Vita il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero entra nel dettaglio di una proposta, quella di un servizio civile per gli anziani, che ha già generato qualche maldipancia preventivo. «Siamo nella fase embrionale del progetto, non abbiamo ancora deciso nulla». Così il ministro replica all?affondo dell?Auser, l?associazione degli anziani in area Cgil, che senza mezzi termini aveva fatto sapere di contestare «il metodo scelto per rendere nota la proposta senza aver ascoltato in precedenza le associazioni, come la nostra, da anni impegnate nel promuovere la cultura dell?anziano come risorsa». Formula, quella dell?anziano come risorsa, che Ferrero invece sposa senza condizioni. «Il punto da cui si parte è un punto politico», spiega, «tutte le volte che si discute di anziani si finisce nel ginepraio della riforma delle pensioni. Un po? come dire: fin quando lavorano sono utili, dopo di che diventano un peso». Una prospettiva da rovesciare. «Io invece dico: fino a un certo punto sono stati utili alla società in una certa veste. Da lì in poi possono continuare a esserlo in mille altri modi». In quest?ottica diventa cruciale l?idea di un servizio civile a misura di nonno.
La platea degli anziani impegnati in attività di volontariato è già molto ampia. Il 61,5% dei coniugati fra gli anziani over 65 è impegnato nel volontariato sociale. Una statistica che, in base ai dati Auser, si abbassa al 22,2% nel caso dei vedovi. La cura degli altri anziani (38,7%) e l?assistenza ai malati (20,4%) sono le attività più gettonate. Quanto alle motivazioni, il 28% lo fa per una scelta di fede e uno su quattro «per dare senso alla vita».
«Quello che però ancora manca», interviene il ministro, «è un elemento che coordini e valorizzi le realtà già esistenti». Aggiunge l?esponente di Rifondazione comunista: «Il nostro obiettivo non è creare un sistema ex novo, ma costituire un punto di riferimento a livello nazionale ». Dunque niente a che vedere con il servizio civile volontario, «dove il rapporto fra il giovane e il sistema esiste in quanto tale». Sul versante degli anziani il ruolo dell?istituzione dovrà essere esclusivamente quello di favorire un network, non di creare i nodi della rete. Come? Già si parla della prossima nascita di un sito internet. Una vetrina per associazioni e progetti. Gli anziani comunque «non riceveranno alcuna retribuzione», precisa ancora Ferrero.
Fornire visibilità all?utilità sociale dei pensionati non è però l?unica molla della proposta. Guardando all?orizzonte il ministro si augura che questa iniziativa possa contribuire alla costruzione di «un tessuto sociale davvero solidale». Un ragionamento che prende il la dalla costatazione che in questa società il contatto fra le generazioni non ha più luoghi dove manifestarsi. «Per mille ragioni sono venute meno la famiglia, i partiti, i sindacati e tutti gli altri contenitori».
Un?eredità che, secondo il responsabile della Solidarietà sociale, il servizio civile non può non candidarsi a recepire.
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