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SICUREZZA STRADALE. Associazione familiari vittime: «Si rischia controllo solo ogni 74anni»

Una ricerca condotta anche dall'ospedale Niguarda di Milano

di Redazione

 Maschio, quarantenne, ‘annebbiato’ una volta su due da sostanze stupefacenti assunte da sole o in cocktail. Alcol e cocaina in primis. Questo l’identikit del guidatore-tipo coinvolto in un incidente stradale, secondo un’indagine condotta a Milano dal Trauma team dell’ospedale Niguarda, con la collaborazione della polizia locale. I risultati della ricerca, che da marzo a settembre ha coinvolto 74 conducenti di auto o motocicli, sono stati illustrati oggi a Niguarda in occasione del convegno ‘Trauma update. Incidenti stradali: dalla prevenzione alla riabilitazione’. Nell’Aula magna della struttura meneghina esperti italiani e stranieri, a confronto su un modello di assistenza integrata che nella Penisola riguarda oggi 5 Trauma center ospedalieri, ma che consente di azzerare le morti evitabili. Il ‘peso’ di alcol e droghe quali cause all’origine degli incidenti stradali, dalle cosiddette stragi del sabato sera agli schianti infrasettimanali, «ha un’importanza di gran lunga superiore a quanto si possa immaginare», assicura il direttore del Trauma team di Niguarda, Osvaldo Chiara.

«Da un lato servono interventi di educazione – sottolinea l’esperto – ma dall’altro occorre potenziare lo strumento dei controlli». Un appello al quale si unisce Domenico Musicco, legale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus.

«Nel nostro Paese si esegue ogni anno un milione di alcoltest, contro i 10 milioni della Francia – rileva – e il numero di narcotest e’ di gran lunga inferiore». Risultato: «Fino a qualche tempo fa ogni guidatore aveva solo una probabilità ogni 127 anni di essere fermato per un controllo – calcola – mentre oggi siamo a una ogni 74 anni».

Sempre come ha spiegato il presidente della commissione Trasporti. “si valutera’ se applicare o meno queste nuove norme alla fascia piu’ giovane d’età o se invece estendere un divieto generalizzato». Particolarmente pesanti, ha preannunciato, saranno poi le sanzioni: “Pensiamo -ha detto Valducci- a un inasprimento progressivo, che puo’ andare dalla sospensione della patente per sei mesi fino al definitivo ritiro». Un’altra norma allo studio riguarda l’utilizzo delle risorse che derivano dalle multe a favore degli interventi per la sicurezza stradale.

«C’e’ una norma che attualmente prevede che il 50% degli introiti delle multe venga utilizzato dai comuni per interventi in materia di sicurezza stradale. Ma questa norma, in realtà, è largamente disattesa e per questo pensiamo che questa percentuale possa anche essere rivista a ribasso ponendo un sistema vincolato affinche’ effettivamente venga destinata a questi interventi».

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