Mondo
Siria, rapito padre Dall’Oglio
Nessuna notizia del gesuita Dall'Oglio, espulso un anno fa per le sue posizioni contrarie al regime Bashar. Qui le sue interviste a Vita e la petizione a Papa Francesco che aveva lanciato settimana scorsa
di Redazione

«Rapito il nostro collaboratore Paolo Dall'Oglio, gesuita. Speriamo e preghiamo per un pronto rilascio»: così i gesuiti della rivista “Popoli” danno la notizia del rapimento di padre Dall’Oglio. La notizia è ancora in attesa di conferma da parte della Farnesina, che ha avviato «tutte le necessarie verifiche». «Non siamo in grado di confermare il rapimento di padre Paolo Dall'Oglio» ha detto in tarda mattinata il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede. Il gesuita non è contattabile da ieri a Raqqa, nel nord della Siria, dove si trovava da sabato in «missione». Secondo alcune fonti sarebbe stato rapito da un’organizzazione affiliata ad al-Qaida. Qui l'ultimo articolo che ha scritto per la rivista "Popoli".
Padre Dall’Oglio era stato espulso dalla Siria nel giugno 2012, per le sue ben note posizioni contrarie al presidente Bashar: «Troppe pressioni, non mi meraviglia questo epilogo, solo mi avvilisce», aveva detto. Romano, 59 anni, vive in Siria dal 1982, quando ha fondato la comunità monastica di Deir Mar Musa, fiore all’occhiello dell’ecumenismo mondiale. Il padre gesuita aveva definito la Siria “il ring del mondo” in un’intervista esclusiva per Vita. A dicembre 2012 padre Dall’Oglio aveva vinto anche il premio Pace della Regione Lombardia: in quel’occasione aveva detto a Vita: «Sono sorpreso e amareggiato del comportamento della comunità internazionale. Sono stati più di un anno e mezzo a guardare, con 50mila persone che hanno perso la vita nel frattempo, e ora con la minaccia di un intervento con armi chimiche delle forze governative sembrano prendere posizioni più decise, come se volessero recuperare qualcosa. In realtà è stato fatto davvero troppo poco, l’angoscia continua a prevalere su quanto accade nel paese mediorientale».
Pochi giorni fa aveva lanciato il suo appello a Papa Francesco attraverso la piattaforma Change.org, dove si presentava così: «Ho preso posizione in favore dei democratici siriani schiacciati da una repressione inumana e indiscriminata che speravo proprio di non dover vedere nel ventunesimo secolo». La petizione chiede una iniziativa personale di Papa Francesco per «un'iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria, che assicuri la fine del regime torturatore e massacratore, salvaguardi l'unità nella molteplicità del paese e consenta, per mezzo dell'autodeterminazione democratica assistita internazionalmente, l'uscita dalla guerra tra estremismi armati». Ad oggi la petizione conta 250 firme (in copertina la foto scelta da padre Dall'Oglio per la sua petizione).
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