Mondo

Somalia: fallito il cessate il fuoco

Tre giorni di combattimenti sanguinosi a Magadiscio interrotti da un cessate il fuoco violato all'alba di stamane

di Redazione

Non tiene il cessate il fuoco faticosamente raggiunto ieri sera a Mogadiscio, dopo tre giorni di violenti combattimenti tra milizie rivali che hanno causato almeno una cinquantina di morti, ed oltre 100 feriti. Dopo una notte tranquilla, vengono segnalati stamane nuovi combattimenti nell’area di Siisii – nel nord della capitale, molto povera e densamente popolata, quella in cui sono esplosi i primi combattimenti gia’ domenica- che hanno causato almeno due morti e numerosi feriti. Nel sud di Mogadiscio – dove ieri c’erano stati dure battaglie anche con armi pesanti – per ora non si spara, ma la situazione e’ estremamente tesa. Tutti gli uffici e le scuole sono chiusi, e la popolazione civile – numerose, tra loro, le vittime, soprattutto donne e bambini – che e’ fuggita dalle aree investite dai combattimenti non ha alcuna possibilita’ di rientrare a casa. Sono di fronte le milizie delle scuole coraniche – integraliste e sospettate di infiltrazioni terroristiche – e quelle legate ai signori della guerra ed ai grandi commercianti.

Dapprima alleate, ora hanno rotto, ed i warlords hanno creato in febbraio un’alleanza per la pace e contro il terrorismo che risulta -secondo voci concordi- fortemente sponsorizzata -soldi ed armi- dagli Stati Uniti. Tra i due gruppi ci sono stati gia’ violenti combattimenti in marzo, che hanno causato almeno 80 vittime. La battaglia e’ per Mogadiscio: non solo la capitale storica, ma il centro nodale dei ricchi commerci somali. Il governo di transizione nazionale, internazionalmente riconosciuto, e’ fortemente radicato su tutto il territorio, tranne che nella capitale, dove di fatto non puo’ mettere piede; ed appare in polemica con Washington che finanzierebbe i warlords, ritenendo che non sia la strada utile per combattere il terrorismo, che, afferma, e’ altresi’ quella di aiutare il legittimo governo.

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