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Somalia, ponte aereo dell’Unhcr

Gli interventi umanitari dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

di Redazione

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta attualmente trasportando aiuti umanitari in Somalia attraverso un apposito ponte aereo. L’Agenzia ha inoltre inviato due squadre d’emergenza in Somalia ed in Etiopia affinché queste verifichino le notizie circa l’esistenza di spostamenti di popolazione nel nord est della Somalia ed il possibile influsso di rifugiati somali nell’Etiopia orientale.

Giovedì scorso una squadra di emergenza dell’UNHCR ha raggiunto Galkayo, nella parte meridionale della regione somala del Puntland. Si tratta della prima di una serie di missioni di valutazione congiunte condotte dalle agenzie umanitarie, volte sia a valutare la portata dei nuovi spostamenti di popolazione, sia a far fronte alle esigenze dei somali sfollati nel Puntland meridionale, regione che si trova al confine con la Somalia centrale, dove imperversa il conflitto.

L’UNHCR ha ricevuto notizia che in seguito ai combattimenti che hanno avuto luogo a Mogadiscio a fine di dicembre e che hanno portato al trasferimento nella capitale somala del Governo Federale di Transizione (TFG), circa 10mila nuovi sfollati somali sono giunti nella città di Galkayo. La popolazione di sfollati nella regione frontaliera del Puntland e nella Somalia Centrale conta complessivamente circa 80mila persone. Nell’intera Somalia sono presenti oltre 400mila sfollati interni, la maggior parte dei quali sono stati costretti a spostarsi durante conflitti precedenti e a causa della siccità che ha colpito la Somalia meridionale e centrale.

La visita ad uno dei 14 insediamenti di Galkayo, svoltasi giovedì, ha confermato l’impellente necessità di alloggi ed altri beni di prima necessità, quali teli di plastica, taniche per l’acqua, materassi, coperte e set di utensili per la cucina.

La prossima settimana l’Agenzia ha in programma di trasportare mediante ponte aereo 5.810 teli di plastica, 1.760 materassi e 1000 set di utensili per la cucina dai depositi di Nairobi. Nella giornata di ieri 2mila teli di plastica sono già giunti a destinazione.

L’UNHCR sta inoltre programmando di trasportare mediante ponte aereo dai depositi dell’Agenzia di Dubai materiali di emergenza per la costruzione di alloggi, destinati agli sfollati in Somalia meridionale. Ciò avverrà non appena a Kisimayo le operazioni aeree si renderanno possibili.

In Etiopia, una squadra di emergenza dell’UNHCR ha raggiunto ieri la regione orientale somala del paese per verificare l’esistenza di nuovi arrivi dalla Somalia e per condurre le attività preliminari di registrazione dei nuovi richiedenti asilo.

Attualmente nel paese si trovano oltre 97.300 rifugiati. La maggior parte di essi sono originari del Sudan, mentre i 16.400 rifugiati somali risiedono nel campo di Kebribeyah, nei pressi di Jijiga, nella parte orientale del paese. Fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, all’apice della crisi somala, circa 628mila somali erano ospitati in otto campi nell’Etiopia orientale. La maggior parte di questi rifugiati ha fatto ritorno in Somalia dopo il 1997, quando l’UNHCR ha iniziato a rimpatriare i rifugiati nella Somalia nord-occidentale (ossia nell’auto dichiaratasi Repubblica del Somaliland). Sette degli otto campi sono già stati chiusi.

In Kenya, la prossima settimana l’UNHCR parteciperà ad una valutazione congiunta delle Nazioni Unite e del Governo keniano (inizialmente in programma per questa settimana) nelle aree di frontiera con la Somalia. Lo scopo di questa missione è valutare la situazione in Somalia e verificare la possibilità di fornire – condizioni di sicurezza permettendo – un’assistenza trans-frontaliera.

L’UNHCR rimane fortemente preoccupato per la situazione umanitaria all’interno della Somalia. Nella giornata di ieri l’Agenzia ha ricevuto notizia di circa cento feriti diretti verso il confine keniano in cerca di soccorso medico. Sarebbero stati feriti lunedì scorso, negli attacchi aerei fra Afmadow e Doble. L’UNHCR ne ha immediatamente informato il governo keniano, appellandosi affinché questo gruppo di feriti riceva assistenza nel caso in cui cerchi di entrare in Kenya, i cui confini con la Somalia rimangono chiusi.

Per quanto riguarda invece la condizione dei somali fuori della regione di provenienza, l’UNHCR accoglie con soddisfazione la sentenza emessa ieri dalla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo, nella quale sono precisate le necessità di protezione internazionale dei somali che si trovano all’esterno del loro paese. Nel caso di un richiedente asilo somalo, appartenente al gruppo minoritario ashraf e originario di Mogadiscio, la cui domanda di asilo è stata respinta in Olanda, la Corte ha stabilito che l’Olanda non può rimandare indietro il richiedente asilo in una regione della Somalia settentrionale che era stata invece considerata “relativamente sicura” dalle autorità olandesi. Secondo il parere del Tribunale, espellere il richiedente asilo in questione nella Somalia settentrionale comporterebbe la violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani.

Il Tribunale sostiene perciò la posizione dell’UNHCR, secondo cui non è possibile rimandare indietro somali che non hanno ottenuto lo status di rifugiato, ricorrendo all’alternativa del trasferimento interno in Somalia.

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