È la Sicilia, fra tutte le regioni italiane, quella dove le differenze fra italiani e immigrati sono più basse per quanto riguarda il lavoro e la vita sociale: l’indice differenziale segna infatti -0,06 punti a svantaggio degli stranieri. Il dato emerge dal settimo rapporto Cnel sugli «Indici d’integrazione degli immigrati in Italia». Palermo, Catania e Siracusa sono le province in cui addirittura non ci sono condizioni di disparità, l’indice infatti è pari a zero. Enna infine è l’unica provincia italiana dove il livello generale d’inserimento socio-lavorativo degli stranieri arriva a essere, anche se leggermente, migliore: +0,20 punti.
In questa graduatoria segue il Piemonte con un indice di -0,13 e poi Molise -0,14, Sardegna -0,15. Campania, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta con -0,17 precedono il Lazio -0,18 e Veneto -0,20. Questa analisi – informa il Cnel – condotta per la prima volta, si basa sul presupposto che in un territorio i processi d’integrazione sono favoriti se non ci sono condizioni di disparità fra i soggetti.
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