Noia 1. Inaugurazione parallela nel nome di Verdi al Teatro dell’Opera di Roma con Riccardo Muti nell’Otello e alla Scala di Milano con Daniele Gatti nel Don Carlo. Gara impari questo derby, almeno sulla carta, visto che l’orchestra e il teatro di Milano hanno una tradizione molto superiore. In realtà alla fine, ai punti, ha vinto proprio Roma. Grazie ad un’opera più bella e ad un Muti in grado di trasformare ogni occasione in un successo. Gatti alla Scala ha sofferto molto la vigilia con il cambio all’ultimo minuto del tenore protagonista e l’arrivo in scena di un cantante eccessivamente sovrappeso. E quindi poco credibile. Ci ha rimesso il direttore, incerto all’inizio, subissato dai fischi nei saluti finali. La noia ha dominato nella platea ben disposta della Milano bene. Risultato a sorpresa nel mondo della lirica, che poi nonostante la bellezza, a volte struggente, della musica resta un mondo come tutti gli altri. Con faide, imboscate, fazioni, protagonismi e follie.
Noia 2. Cinque ragazzi alla stazione ferroviaria di Avigliana, vicino a Torino, sulla strada verso Susa. Una sera fredda del ponte dell’Immacolata e tanta, tanta noia. Birra e forse anche altro. Ondeggiano i ragazzi nelle immagini delle telecamere a circuito chiuso che ci raccontano, a scatti e in bianco e nero, una serata stupida, violenta, gratuita. I cinque si accaniscono contro le poche suppellettili, rompono la porta di un ascensore, spaccano dei vetri, danneggiano le porte. È un assalto degno di un G8, ma non è chiaro il perché della cosa. Se non forse una terribile mancanza di coscienza, un black out temporaneo, una noia ad alto potenziale che si esprime con della rabbia distribuita un po’ a caso. I pendolari fra Torino e Avigliana staranno qualche settimana senza la loro sala d’attesa, al caldo. Anche l’ascensore è fuori uso.
Crisi. Scontro al fulmicotone sulla giustizia. Pesante divergenza tra le Procure di Salerno e di Catanzaro in una coda velenosa del caso De Magistris. Scontro tra poteri con i Carabinieri che fanno spogliare nudi i Procuratori, perquisiti a casa. Con il Csm che nel dubbio trasferisce tutti. Insieme c’è uno scontro nella politica. In particolare nel centrosinistra, dove ci sono almeno quattro amministrazioni locali, Firenze, Roma, Napoli e Genova nell’obiettivo della magistratura. Che cosa significa tutto questo? In Italia i problemi si trascinano fino all’inverosimile e il rapporto tra i poteri dello Stato pare squilibrato da almeno quindici anni. Sarà questa la crisi che porta ad una riforma complessiva, come si dice, del settore? Difficile, se non impossibile.
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