Mondo
Sos Villaggi dei Bambini partecipa a “Keep me warm”
La storia di Malak e della sua famiglia, una delle migliaia di famiglie sfollate. Sos Villaggi dei Bambini per il programma di emergenza, partecipa al progetto 'Keep me Warm" per la distribuzione di kit invernali a 20mila famiglie
di Redazione

Arriva da Sos Villaggi dei Bambini la storia di Malak, una donna siriana costretta a fuggire con il marito e il figlio da Darayya e che ora è una dei tantissimi rifugiati interni al Paese. «Penso spesso a quando stavamo bene, nella nostra casa. È un passato che sembra così lontano. Due anni fa avevamo tutto ciò che volevamo, eravamo felici. Non avevamo paura di niente. Viviamo in mezzo ai topi! Ora ho paura di tutto! Di perdere i miei figli a causa delle malattie e del freddo che sta per arrivare. Di non essere in grado di proteggerli. Non riesco a pensare al futuro. In questo momento il presente è troppo buio» dice tristemente Malak.
La lista dei bisogni di questa famiglia è infinita, come per migliaia di altri sfollati, fuggiti dalle loro case per salvarsi la vita, ma senza portarsi via niente se non ciò che avevano addosso. Non hanno cibo, riscaldamento, abbigliamento invernale, materassi, farmaci, lavoro, materiali igienici e molto ancora.
L’inverno è alle porte e Sos Villaggi dei Bambini, all’interno del Programma di emergenza, partecipa al progetto 'Keep me Warm", avviato insieme ad altre 8 organizzazioni internazionali, che prevede la distribuzione di kit invernali – coperte, cappotti, sciarpe, cappello e guanti – a 20.000 famiglie (circa 100.000 persone) nell’area di Damasco, Latakia, Tartus, Aleppo e Daraa.
Quando Malak e la sua famiglia sono stati costretti a lasciare la loro casa a Darayya, un anno fa, lei era incinta. Hanno camminato per ore e sono stati costretti rifugiarsi in un seminterrato di un edificio abbandonato di Kiswah, insieme a un gruppo di sfollati interni, dove poche settimane dopo Malak ha dato alla luce Maya. «È stato un parto molto difficile», ricorda Malak. «Ero molto triste perché mi sentivo sola, lontana da mia mamma e dalla nostra casa. Dio mi ha aiutato e le donne che vivono con noi nello scantinato mi hanno dato una mano. Non dimenticherò mai quel giorno».
Malek, il figlio primogenito di due anni e mezzo, non ama condividere il già misero seminterrato e si rifiuta di giocare con gli altri bambini. Non hanno il riscaldamento e lo scorso inverno, a causa dell’umidità e del freddo, il piccolo ha preso la bronchite che si è trasformata in una forma grave di asma. «Dorme quasi tutto il giorno perché è molto debole. È così triste, privo di energie. Mi fa male vederlo così», dice affranta Malak. «Non posso nemmeno vaccinare la mia bimba di 11 mesi. Non posso uscire da sola e mio marito esce molto presto ogni giorno in cerca di un lavoro».
Dall’avvio del Programma di emergenza, Sos Villaggi dei Bambini ha aiutato quasi 80mila persone. Ha donato kit igienici a 2.000 famiglie nella zona rurale di Damasco e nella città di Raqqa, ora sotto assedio, e consegnato latte per neonati, vestiti e giocattoli a 8.000 bambini. Ha fornito pacchi alimentari a oltre 60.000 persone e consegnato kit scolastici a 16.000 bambini, contribuendo anche alla loro registrazione a scuola.
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