Mondo
Spiragli di pace in Congo
Grazie alla mediazione del presidente ugandese le truppe ribelli hanno iniziato il ritiro da Goma. Ma i rischi di una ripresa del conflitto sono ancora alti
di Redazione

Nelle ultime due settimane la Repubblica Democratica del Congo è stata teatro di un’ennesima escalation di violenza scoppiata a seguito dei contestati risultati elettorali che il 10 dicembre dello scorso anno hanno confermato Joseph Kabila alla presidenza del paese.
I combattimenti tra i ribelli del gruppo M23 e le truppe governative rappresentano però, spiega in una nota Agire, il network italiano di risposta alle emergenze umanitarie, l’ennesima manifestazione di una guerra che da oltre vent’anni mina la stabilità interna del paese e causando la morte di oltre 5 milioni di persone.
Lo scorso 15 novembre, dopo circa 3 mesi di apparente stabilità, le forze armate del M23 (Movimento 23 marzo) hanno lanciato un’ampia offensiva costringendo centinaia di persone a fuggire nei campi profughi limitrofi. Solo il 20 novembre, l’occupazione della città di Goma ha costretto 30.000 profughi a rifugiarsi nel campo di Kanyarucinya.
Le ONG di AGIRE attive nel paese – ActionAid, Cesvi, Cisp, Coopi, Intersos, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini, Vis – hanno lanciato immediatamente l’allarme cercando di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e mediatica su una crisi purtroppo dimenticata.
Grazie alla mediazione del presidente ugandese Yoweri Museveni, le trattative tra il colonnello Sultani Mekenga, leader del M23 e il presidente Kabila hanno dato i primi segnali positivi.
Nonostante si continui a discutere sulle richieste avanzate – la liberazione dei prigionieri politici, lo scioglimento della commissione elettorale… – secondo il campo della missione ONU, Hervé Ladsous, i ribelli hanno accettato di lasciare la città per ritirarsi a 20km verso nord.
Sabato 1 dicembre, con un giorno di ritardo sugli accordi, è iniziato quindi il ritiro dalla città di Goma.
Dopo due settimane di assedio, la vita nel capoluogo della provincia orientale del nord Kivu, in Repubblica Democratica del Congo, sta tornando alla normalità. Hanno riaperto esercizi commerciali e sono riprese le lezioni scolastiche. Tuttavia l’equilibrio politico è ancora fragile. I ribelli hanno dichiarato che se il presidente Kabila non ascolterà le loro richieste ritorneranno ad occupare la città.
“La situazione sembra installarsi in una falsa tranquillità – dice Piero Gavioli, Salesiano del VIS a Goma. “L’M23 ha promesso di ritirarsi, infatti si vedono camion carichi di militari partire verso il nord. Ma allo stesso tempo ogni giorno, ogni notte ci sono saccheggi, talvolta ci sono persone uccise, come se i miliziani del M23 volessero ritornare a casa con un bottino di guerra, fatto di denaro, di apparecchi elettronici, di abiti, di sedie…”
È’ ancora necessario, conclude la nota di Agire, vegliare affinché cessino violenze indiscriminate, saccheggi e stupri.
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