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Srebrenica: Amnesty, Ue aiuti a catturare criminali

E' questo l' auspicio che, in una lettera inviata al ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ha espresso Dick Oosting, direttore dell'ufficio di Amnesty International presso l' Ue

di Redazione

L’ Ue ”non tradisca una seconda volta la popolazione di Srebrenica, rimanendo a guardare mentre criminali di guerra girano apparentemente intoccabili nei territori controllati dall’ Eufor”. E’ questo l’ auspicio che, in una lettera inviata al ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ha espresso Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso l’ Ue, che ha condiviso le opinioni espresse di fronte al Parlamento europeo dal ministro per l’ Europa del governo del Regno Unito, Douglas Alexander, sul fatto che ”la responsabilita’ finale di sottoporre a giustizia i responsabili del genocidio di Srebrenica ricada sulle autorita’ locali”. ”Tuttavia – ha scritto Oosting – non possiamo fare a meno di notare con amarezza che nel messaggio della presidenza britannica al Parlamento europeo e’ mancato il riconoscimento della responsabilita’ dell’Eufor in Bosnia ed Erzegovina di ricercare, arrestare e trasferire al Tpi gli autori di tali crimini”. ”Quando, nel dicembre 2004, e’ subentrata alla Forza di stabilizzazione a guida Nato (Sfor), all’ Ue – ha scritto ancora Oosting – e’ stato conferito il mandato di ricercare attivamente le persone incriminate dal Tpi per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’ umanita’, nonche’ di coordinare le proprie attivita’ con le restanti forze Nato presenti in Bosnia ed Erzegovina, al fine di arrestare gli indiziati e trasferirli sotto la custodia dell’ Tpi. Tuttavia, mentre la presidenza olandese dell’Ue, nel dicembre 2004, aveva assicurato ad Amnesty International che l’Eufor avrebbe fornito assistenza al Tpi, da allora nessuno dei principali indiziati e’ stato arrestato e non vi e’ alcun elemento che faccia pensare che l’Eufor stia attivamente cercando di rispettare questa parte dei suoi obblighi previsti dall’accordo di pace di Dayton. Sebbene le operazioni condotte dall’ Eufor insieme alla polizia locale abbiano in qualche caso portato alla cattura di sospetti criminali di guerra incriminati da tribunali locali, le dieci persone incriminate dal Tpi (tra cui l’ex leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic e gli ex generali serbo-bosniaci Ratko Mladic e Zdravko Tolimir) sono ancora a piede libero, probabilmente nella Republika Srpska o in Serbia”. ”Amnesty International le chiede fi ha concluso Oosting – – di inviare ai familiari delle vittime di Srebrenica un messaggio di speranza: che l’Ue fara’ tutto cio’ che e’ in suo potere per porre fine alla loro angosciosa attesa di vedere assicurati alla giustizia coloro che assassinarono i loro figli e mariti dieci anni fa”.

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