Banco Alimentare: basta pronunciare questo nome e subito la nostra mente va all’immagine dei volontari in casacca arancione all’ingresso dei punti vendita della grande distribuzione che, in occasione della Giornata nazionale della Colletta alimentare, ci invitano a donare una parte della nostra spesa alle persone in difficoltà. Solo lo scorso anno nei 12mila punti vendita che hanno aderito all’iniziativa, oltre 5 milioni di persone hanno donato più di 7.900 tonnellate di alimenti.
Ma c’è molto di più. Ogni giorno, in Italia, Banco Alimentare recupera da molteplici donatori della filiera agroalimentare – tra cui l’industria agroalimentare, la grande distribuzione organizzata, i mercati ortofrutticoli e la ristorazione – le eccedenze alimentari. Si tratta di alimenti ancora integri che salvati dallo spreco riacquistano valore e diventano risorsa per chi ha troppo poco. A questi si aggiungono i prodotti alimentari che provengono dal Fondo nazionale, quelli del Fondo di aiuti europei agli indigenti – Fead.
Una catena umana che dà valore al cibo
Come arriva il cibo donato sulle tavole di chi ne ha bisogno? Grazie all’impegno dei 2mila volontari e 120 dipendenti del Banco Alimentare, che ogni giorno costruiscono una catena di solidarietà che unisce idealmente chi dona a chi riceve.
«Sono queste persone a mettere ogni giorno le ali al cibo donato», spiega Davide Cerina, responsabile della raccolta fondi della Fondazione Banco Alimentare, «la logistica e la gestione della distribuzione sono operazioni complesse, che richiedono un coordinamento preciso e un’attenzione costante alle esigenze delle persone assistite. Tutto questo lavoro lo facciamo anche grazie all’aiuto di chi sceglie di destinare il 5 per mille al Banco Alimentare. Un gesto semplice, che non costa nulla a chi lo fa, ma che ci permette di tenere in piedi la complessa macchina solidale fatta di uffici, magazzini e reti logistiche».

A livello nazionale, la Fondazione Banco Alimentare coordina il recupero e la raccolta degli alimenti, cura le attività di advocacy presso le istituzioni, guida la strategia di comunicazione, promuove campagne di raccolta fondi a livello nazionale come, ad esempio, il 5 per mille. La sua forza lavoro è composta principalmente da figure con funzioni gestionali e organizzative. Invece, sul territorio operano le organizzazioni Banco Alimentare regionali, che si occupano in prima linea della raccolta locale e della redistribuzione degli alimenti alle organizzazioni partner territoriali. Su scala nazionale Banco Alimentare si avvale di 70 magazzini, 38 uffici, 79 celle frigorifere, 115 mezzi di proprietà per la mobilitazione degli alimenti e 443 attrezzature come transpallet, sollevatori e nastri trasportatori.
La logistica e la gestione della distribuzione sono operazioni complesse. Tutto questo lavoro lo facciamo anche grazie all’aiuto di chi sceglie di destinare il 5 per mille a Banco Alimentare
Davide Cerina, responsabile raccolta fondi
La forza dei volontari
I volontari rappresentano la parte più consistente della forza lavoro del Banco Alimentare. Provengono da contesti, età e professioni diverse, ma sono uniti dal desiderio di dedicare tempo ed energie per aiutare chi è in difficoltà. Si occupano di raccogliere, trasportare e distribuire gli alimenti donati, a più di 7.500 organizzazioni partner territoriali che aiutano milioni di persone in difficoltà. Alcuni di loro sono attivamente coinvolti, anche, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della povertà e della fame, promuovendo comportamenti responsabili contro lo spreco alimentare.
Luigi, 65 anni, milanese, è uno di loro e racconta: «In una vita trascorsa all’estero come tecnico di cantiere, ho visto con i miei occhi cosa significa vivere nella miseria: Congo, Libia, Nigeria, Angola. Ma la povertà non è solo lontana. Anche qui, in Italia, colpisce persone come i miei vicini di casa, rimasti senza lavoro e con due figli piccoli: se pagano le bollette, non possono fare la spesa. Per questo ho scelto di aiutare il Banco Alimentare a cui da anni devolvo anche la mia tredicesima. Sostenere il “Banco” è per me una piacevole abitudine, che mi riempie di orgoglio e di gioia».
La Fondazione, nata nel 1989 dall’idea di quattro amici di replicare in Italia l’esperienza del “Banco dos Alimentos” di Barcellona, nel tempo ha adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo conforme al dlgs 231/2001, il cosiddetto Modello 231. Questo sistema è pensato per garantire massima efficacia ed efficienza operativa, nel pieno rispetto della missione, dei valori fondanti e con la massima trasparenza verso tutti i portatori di interesse. Una struttura organizzativa fondamentale ma che, come spiega Cerina, «ha costi elevati importanti di gestione, che copriamo in parte anche grazie ai fondi del 5 per mille».
Sostenere il Banco è per me una piacevole abitudine, che mi riempie di orgoglio e di gioia
Luigi, sostenitore Banco Alimentare
Progetti innovativi per un aiuto sempre più sostenibile
Negli ultimi anni Fondazione Banco Alimentare si sta impegnando, per esempio, da un lato nel rinnovo dei suoi automezzi, scegliendo motori ecologici e dall’altro nell’istallazione sui tetti dei magazzini delle sedi regionali di pannelli solari per produrre energia pulita. Tanti i nuovi progetti. In Sicilia è nato “Ripescato“, che ha l’obiettivo di recuperare il pesce pescato illegalmente e confiscato alle organizzazioni criminali per redistribuirlo alle persone in difficoltà, prevenendone lo spreco o l’immissione nel mercato illegale. Siticibo, invece, è il programma di recupero di cibo cotto e fresco che nel 2023 ha compiuto vent’anni e ha registrato un +13% di tonnellate di cibo raccolto rispetto al 2022.
«Recuperare la carne, per esempio, è complesso», prosegue Cerina, «però sarebbe molto importante farlo perché le proteine sono essenziali nella piramide alimentare. In generale recuperare prodotti freschi o surgelati della grande distribuzione tutti i giorni richiede trattamenti e mezzi diversi da quelli che utilizziamo per i prodotti a lunga conservazione. Tutto questo si trasforma in un aumento dei costi che il 5 per mille può aiutarci a sostenere».

Il valore del 5 per mille: sostenere la macchina solidale
In Italia, il numero delle persone in difficoltà continua a crescere, complice una crisi economica sempre più diffusa. Solo nel 2024 Banco Alimentare ha assistito 1.755.857 tramite le Organizzazioni partner territoriali. Scegliere di destinare il 5 per mille a Banco Alimentare significa offrire a tante famiglie in difficoltà la possibilità di portare in tavola, almeno una volta al giorno, l’essenziale per vivere.
Il 5 per mille può essere donare anche da chi non fa la dichiarazione dei redditi consegnando a un ufficio postale la scheda integrativa per il 5 per mille contenuta nella Certificazione Unica in busta chiusa, su cui apporre la scritta “scelta per la destinazione del 5 per mille dell’Irpef”, con indicazione del nome, cognome e codice fiscale del contribuente.
Questo può sembrare un gesto piccolo, ma per chi lo riceve è un aiuto enorme
Lo sanno bene persone come Malvina e Luca che, come racconta la volontaria Giovanna, «quando si sono rivolti al Banco Alimentare erano molto preoccupati per il futuro della loro bambina. Malvina era scoraggiata, come lo sarebbe qualsiasi madre consapevole dei sacrifici che lei e il marito Luca, in cassa integrazione da tempo, stavano affrontando. Insieme ad altri volontari, ci siamo presi cura di loro. Per Malvina è stato, a poco a poco, un ritorno alla vita. Qualche giorno fa ci ha detto che Luca è stato finalmente richiamato al lavoro. Era felicissima e ha voluto scattare una foto con tutti noi. Storie come la loro sono la ragione per cui continuo a fare volontariato da più di vent’anni».
Per destinare il 5 per mille a Fondazione Banco Alimentare, metti la tua firma nel riquadro “sostegno degli Enti del Terzo Settore” e inserisci il codice fiscale 97075370151.
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