Maurizia Balmelli

Sally Rooney e la struggente testardaggine con cui i ventenni ci provano

di Daria Capitani

È la traduttrice storica, tra gli altri, della scrittrice che più di tutte è stata associata ai millennials, ma a suo avviso non è una romanziera generazionale: «È molto, molto di più. Lei registra l’air du temps, la temperatura dell’epoca, che non è di nessuno ed è di tutti, dagli adolescenti agli anziani. I giovani nei suoi libri sono rilevatori di umidità, spie del tempo». Dal suo studio di Parigi, ha risposto alle domande di VITA: qui l’intervista in versione large con contenuti in più rispetto al magazine dedicato agli adolescenti

«Va bene, sono disponibile per l’intervista, ma sappia che a mio avviso Rooney non è una romanziera generazionale. È molto, molto di più». Torino-Parigi in un secondo. Maurizia Balmelli vive in Francia, ha dato voce italiana, tra gli altri, a Martin Amis, Emmanuel Carrère e Cormac McCarthy, ma soprattutto è la traduttrice storica di Sally Rooney, la scrittrice irlandese acclamata in tutto il mondo come l’interprete dei millennials. Una manciata di parole ed è come sederle accanto, nello studio dove ogni giorno interroga lingue e autori. È talmente abituata a indagare i testi che intervistarla è uno scambio continuo (e reciproco) di domande e risposte. Anche difficili. «Non credo nella retorica del traduttore invisibile. La lingua, come tutto ciò che è vivo, è sempre visibile e unica».

L’abbiamo intervistata nel primo capitolo di Adolescenti, quello che non vediamo, il nuovo numero di VITA magazine che verrà presentato giovedì 19 giugno alle 18 da Foqus a Napoli (via Portacarrese a Montecalvario 69). Se hai un abbonamento leggilo subito qui e grazie per il tuo sostegno. Se vuoi abbonarti puoi farlo a questo link.

Partiamo da qui. Perché Sally Rooney non è una scrittrice generazionale?

Inizierei da un dato di fatto: il sistema editoriale è un sistema di produzione e come tale deve generare denaro. Con Sally Rooney ci sono riusciti a livello mondiale: in un’ottica di marketing, la scelta di brandizzarla è stata efficace. Ma di fronte a quella che io chiamo “povertà di lettura”, sono convinta che Sally si farà giustizia da sola: in fondo stiamo giudicando un’autrice in evoluzione, una giovane donna che ha un orizzonte in movimento e che già nel suo penultimo libro, Dove sei, mondo bello, sta scrivendo da un’altra posizione. Inchiodarla alla sua generazione è un’operazione secondo me poco onesta. Lo dico alla francese: lei registra l’air du temps, la temperatura dell’epoca, che non è di nessuno ed è di tutti i viventi, dai bambini agli adolescenti agli adulti agli anziani. Poi, certo, il mondo che descrive va di pari passo con la sua scoperta del mondo, ma quella generazionale è una porta d’entrata per raccontare qualcosa che è universale. I millennials sì, ma come rilevatori di umidità, spie del tempo.

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