Mondo
Strage in Burundi, parlano i volontari
Sono 150 i corpi dei tutsi ritrovati dopo il massacro di Gatumba. La testimonianza dei cooperanti della ong bolognese Gvc
di Redazione
”I corpi individuati e composti nelle bare sono 150 mentre i feriti, molti dei quali gravi, sono oltre 110”. Alexandra Poder, responsabile in Burundi del Gvc, l’ organizzazione non governativa bolognese i cui volontari sono stati fra i primi a soccorrere i profughi di etnia tutsi massacrati venerdi’ scorso in un campo vicino a Gatumba nel Burundi, aggiorna al telefono dal paese africano le cifre della strage. ”I corpi hanno ferite da arma da fuoco, altri di machete, altri ancora bruciature da fuoco”, ha raccontato dal telefono cellulare Poder che, insieme ad altri otto volontari del Gvc, si e’ trovata di fronte a ”scene allucinanti” dopo l’ incursione di venerdi’ sera. ”I funerali sono previsti per le ore 14 e dal Congo stanno affluendo molti parenti delle vittime”. Le persone ospitate nel campo infatti erano profughi congolesi di etnia tutsi e si pensa che il massacro sia stato messo in atto da forze Hutu con basi in Congo. ”Nel sito del massacro c’erano circa 800 persone mentre i profughi rifugiati in totale nella zona di Gatumba sono in totale 1700 – ha detto ancora Poder – mi risulta che in queste ore i sopravvissuti saranno trasferiti in una scuola, distante circa due km dal luogo dell’ eccidio, sempre a Gatumba, che ha la capacita’ di accogliere circa mille persone”. Per l’ assistenza ai feriti – ha detto ancora Poder – sono impegnati anche medici e personale di una organizzazione belga oltre alle autorita’ del ministero della salute del Burundi.
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