Mondo
Strage nel giorno della preghiera
Attentato in una moschea nel nord del Sinai. Al momento le fonti ufficiali parlano di 200 morti e 130 feriti
di Redazione

L'obiettivo era quello di fare più morti possibili. Almeno a leggere la dinamica dell'ultimo attentato in una moschea egiziana nel giorno della preghiera. Dopo una prima esplosione all'interno dell'edificio religioso che di venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, era particolarmente affollata, gli attentatori (di cui al momento non si hanno notizie ufficiali) che pare siano giunti sul posto con dei fuoristrada hanno aperto il fuoco sulle persone che fuggiavano dopo l'esplosione. Tra i fedeli anche delle reclute dell'esercito egiziano.
Il luogo dell'attentato è la moschea di Al-Rawdah nella cittadina di Bir Al-Abed, situata a 40 km da El-Arich, capitale della provincia del Nord del Sinai
L'ultimo bilancio conta 200 morti e 130 feriti, scrive l'agenzia egiziana Mena. Si tratta di numeri confermati anche dalla tv di Stato egiziana Nile News, che ha definito "martiri" le vittime. Il presidente egiziano Al-Sissi ha decretato tre giorni di lutto nazionale e convocato un consiglio dei ministri.
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