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Sud Sudan: malnutrizione alle stelle. Msf in campo
Sono 13.270 i bambini malnutriti accolti nelle strutture di Medici senza Frontiere dall'inizio dell'anno. Si tratta di +73% rispetto a tutto il 2013. I tassi di malnutrizione sono saliti alle stelle dallo scoppio del conflitto in Sud Sudan
di Redazione

Sconvolgenti. Così Medici senza Frontiere definisce i tassi di malnutrizione di cui soffrono i bambini in diverse zone del Sud Sudan. Sono oltre 13.270 i piccoli, per lo più sotto i cinque anni di vita, che sono stati inseriti nei programmi di alimentazione di Msf dall’inizio dell’anno. Un numero molto elevato e che corrisponde al 73% dell’intero 2013 quando le ammissione al programma furono 18.125. «Stiamo assistendo alle sconvolgenti conseguenze dello sfollamento di un milione di persone dalle proprie case», ha dichiarato Raphael Gorgeu, capo missione di Msf in Sud Sudan. «È un disastro causato dall'uomo. Alcune persone hanno vissuto nella boscaglia per sei mesi, bevendo acqua sporca e stagnante e mangiando radici per sopravvivere».
Dallo scoppio del conflitto in Sud Sudan a dicembre 2013, i tassi di malnutrizione sono saliti alle stelle in alcune zone degli Stati di Upper Nile, Unity e Jonglei. Nella città di Leer, nello Unity State, le équipe di Msf trattavano 40 casi di malnutrizione al mese prima dello scoppio delle ostilità, oggi i casi sono saliti a più di 1.000
Nello Unity State, la portata della malnutrizione è divenuta evidente a maggio, quando le persone sfollate in seguito ai combattimenti sono tornate a Leer dopo aver vissuto per mesi nella boscaglia. «Hanno cominciato ad affluire senza sosta in ospedale» ha dichiarato Sarah Maynard, capo progetto di Msf a Leer. «È stato travolgente. I livelli di malnutrizione erano impressionanti». A Leer, Msf ha ricoverato più persone per malnutrizione nel corso degli ultimi due mesi (2.810 tra maggio e giugno) che in tutto il 2013 (2.142 casi di malnutrizione).
A Bentiu, nella struttura specializzata di Msf avviata nel maggio 2014 per trattare persone gravemente malnutrite che soffrivano di complicazioni mediche (tra cui diarrea, infezioni polmonari e disidratazione), sono già stati ammessi 239 bambini, di questi 42 sono morti.
Le strutture di Msf a Lankien e Yuai, nello Stato di Jonglei, hanno visto un aumento del 60% di ammissioni nei primi sei mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da una media di 175 ricoveri al mese nel 2013 a una di 290 nel 2014.
Nell’Upper Nile State, a nord di Malakal, le équipe di Msf hanno preso in cura 2.064 persone, soprattutto bambini. Una recente ricerca in quell’area ha rilevato tassi di mortalità molto elevati.
«Gli sfollati sono costretti a sopportare condizioni di vita terribili e muoiono di malattie che si potrebbero prevenire», ha dichiarato Patricia Trigales, coordinatore medico di emergenza di Msf.
A Nasir, a maggio, i combattimenti hanno costretto le équipe di Msf a sospendere i loro progetti, mentre molte persone sono fuggite dalla città, rifugiandosi nella vicina Etiopia. Le équipe di Msf riferiscono dell’arrivo di nuovi rifugiati malnutriti e di alti tassi di malnutrizione complessivi: il 20% soffre di malnutrizione acuta e il 6% di malnutrizione acuta grave, ben al di sopra della soglia di emergenza.
«Nel mese di maggio gli abitanti del Sud Sudan sono fuggiti a causa dei combattimenti», ha detto la dottoressa Natalie Roberts, coordinatore medico di Msf a Gambella, in Etiopia. «Oggi dicono di aver lasciato il loro paese per la scarsità di cibo».
La violenza ha interrotto la semina e ha impedito la raccolta delle colture. Le scorte alimentari esistenti sono state distrutte o saccheggiate. I mercati sono stati chiusi e le strade sono impraticabili a causa del conflitto. La stagione delle piogge attualmente in corso e l’annuale "stagione magra" (che si estende di solito da giugno ad agosto, quando il cibo scarseggia) stanno esacerbando la crisi alimentare.
«Molte persone per sopravvivere dipendono ora completamente dagli aiuti umanitari e sarà così nel prossimo futuro», ha detto Gorgeu. «Un’assistenza umanitaria continuativa in Sud Sudan è assolutamente fondamentale per alleviare alcune delle sofferenze causate da questo conflitto».
In un comunicato stampa Msf ricorda che le parti in conflitto «devono garantire che vengano assunte tutte le misure necessarie per facilitare l'assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose. Questo include il garantire un accesso sicuro via strada e via fiume all’interno del Sud Sudan, così come corridoi transfrontalieri per la consegna degli aiuti umanitari».
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