Famiglia
Sudan: in Darfur 1 bimbo su 5 soffre di malnutrizione
Quasi il 22% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione nel Darfur lo sostiene uno studio condotto dal Pam (Programma alimentare mondiale)
di Redazione
Quasi il 22% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione nel Darfur (Sudan occidentale). Inoltre, secondo i risultati di uno studio condotto dal Pam (Programma alimentare mondiale) e resi noti oggi a Ginevra, circa la meta’ delle famiglie non dispone di viveri a sufficienza. Lo studio esamina la situazione della popolazione del Darfur, regione vasta quanto la Francia ed abitata da 6,7 milioni di abitanti, e sottolinea le difficili condizioni dei circa 1,5 milioni di sfollati provocati dal conflitto che oppone le popolazioni indigene – nere ed animiste – contro il potere centrale di Khartoum, arabo ed islamico, che reprime la rivolta con violenze di ogni tipo. L’aiuto umanitario internazionale ha consentito di evitare il peggio, ma l’insicurezza continua ad ostacolare il trasporto di aiuti a tutte le persone che ne hanno bisogno”, ha spiegato l’esperta del Pam Rita Bhatia in una conferenza stampa. Tra i bambini sotto i cinque anni, il tasso di malnutrizione e’ passato dal 10% prima del conflitto a circa il 22%, mentre un tasso del 15 % e’ gia’ considerato indicatore di una situazione grave. Inoltre, il 3,9 % dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione acuta, ha detto il Pam. Il mese scorso, il Pam ha distribuito viveri a 1,3 milioni di persone e tali aiuti hanno senz’altro permesso di evitare il peggio, ma i bisogni aumenteranno ancora in futuro, poiche’ piu’ della meta’ dei raccolti e’ andata persa. Entro la fine dell’anno, sara’ necessario nutrire 1,7 milioni di persone. Lo studio e’ stata condotto nel periodo agosto-settembre.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.