Mondo

Sviluppo, gli impegni del viceministro Pistelli

Queste le promesse che il vice della Bonino e responsabile esteri Pd aveva preso dopo l'appello delle Ong italiane durante la campagna elettorale. Fra le altre stabilizzazione del 5 per mille senza tetti e aumento delle risorse

di Redazione

Il ministro Emma Bonino ha sciolto la riserva: la delega alla cooperazione internazione è stata affidata al viceministro Lapo Pistelli, parlamentare democratico di area cattolica è anche il Responsabile Affari Esteri e Relazioni Internazionali del PD. Qui trovare la sua scheda completa. Questi gli impegni che proprio Pistelli nella sua carica di partito a inizio febbraio aveva sottoscritto in risposta all'appello pre-elettorale delle ong italiane:

«Siamo pienamente convinti, come voi, che l’Italia abbia bisogno di una più coerente politica globale di sviluppo – e questo non per “buonismo”, ma perché a problemi globali possiamo rispondere solo con politiche globali efficaci: è nel nostro interesse, oltre che un dovere morale. E siamo altresì convinti che il motore principale di queste politiche sia e debba essere, il lavoro che centinaia di organizzazioni di società civile si impegnano a fare quotidianamente, in ogni angolo del mondo, spesso in condizioni difficilissime e senza un adeguato sostegno delle istituzioni e della politica. Per questo diciamo, insieme a voi, che "le politiche per i diritti umani, la solidarietà, l’equità, la sostenibilità e la pace devono divenire elementi centrali della strategia internazionale dell’Italia, con chiare priorità geografiche e tematiche, promuovendo la partecipazione di tutti gli attori. L’Italia può e deve compiere una trasformazione culturale aprendosi alle sfide globali, dotandosi di una cooperazione internazionale allo sviluppo più attuale ed efficiente, che assicuri la coerenza, il coordinamento e l’efficacia delle politiche". Non sono solo parole che sottoscriviamo, ma obiettivi per il cui raggiungimento abbiamo tenacemente lavorato in questi anni dall'opposizione, e su cui speriamo di poter ottenere maggiori e migliori risultati se saremo al governo, nel corso della prossima legislatura. C'è, da parte di tutto il PD, un impegno certificato nel tempo e rinnovato in questi ultimi anni, mesi. Per questo riteniamo di poter prendere degli impegni puntuali e credibili, su ognuno dei dieci punti che ci proponete. Sarà per noi un utile, prezioso promemoria di un lavoro che ci auguriamo di poter continuare a fare insieme.

I nostri impegni, in 10 punti: nuove politiche, nuovi strumenti, nuove risorse

Condividiamo l’esigenza di avere, nel nuovo governo, una delega forte e piena sulla cooperazione allo sviluppo. Ci impegniamo ad anticipare, con le scelte di composizione del governo, l'istituzione di un Vice-Ministro dotato dei poteri e degli strumenti previsti dall'ipotesi di riforma legislativa cui abbiamo lavorato al Senato in questo scorcio di legislatura.

Il lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi mesi è arrivato a delineare un quadro di riforma possibile e ampiamente condiviso: Vice ministro fondo unico, Agenzia, coordinamento interistituzionale e con gli attori della cooperazione: Ong e terzo settore, profit e non profit, istituzioni locali ecc, a partire dalla valorizzazione del tavolo interistituzionale attualmente esistente. Queste proposte contenute nel testo di riforma sono il frutto di un lavoro di confronto e consultazione prezioso che non dobbiamo lasciar cadere, portandolo a compimento fin dall'inizio della prossima legislatura. Ci impegniamo a farlo nei primi 100 giorni di governo.

Siamo convinti che un coordinamento nazionale delle iniziative di cooperazione – tra diversi livelli territoriali, tra diversi soggetti, in diversi ambiti, pur rispettando e valorizzando le autonomie di ciascuno – sia indispensabile per permettere il pieno dispiegamento di quello che fino ad oggi è stato "solo" un potenziale parzialmente utilizzato. Forme moderne e innovative di cooperazione quali la cooperazione territoriale tra territori, comunità, istituzioni locali possono infatti essere valorizzate e sostenute attraverso il coordinamento e la sussidiarietà e divenire pienamente una delle colonne portanti della politica internazionale del Paese. Non solo: ci impegniamo a fare significativi passi avanti nel coordinamento e nella coerenza di tutte elle politiche, che è spesso il vero banco di prova della credibilità e dell’efficacia delle politiche di un Paese.

Non esiste cooperazione senza risorse. Non esistono risorse, soprattutto in tempi difficili per i bilanci dello Stato e degli italiani, senza quella rivoluzione culturale che può rendere il nostro Paese attore consapevole nella dimensione globale delle sfide di oggi. Noi non abbiamo bisogno di essere convinti: ci siamo sempre battuti per aumentare le risorse, anche quando altri si nascondevano dietro l'alibi dell'efficienza e della qualità degli aiuti per mascherare l’azzeramento dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Non c’è qualità possibile senza quantità. Ci impegniamo ad aumentare le risorse destinate alla cooperazione internazionale, così come abbiamo sempre fatto ogni volta che ne abbiamo avuto la possibilità. Ci impegniamo in modo realistico, ma determinato affinché si inverta la rotta in modo deciso e si definisca, attraverso un piano di riallineamento, il rispetto degli impegni internazionali sui temi dello sviluppo e della sostenibilità (Fondo globale di Lotta all’AIDS, per l’educazione, finanza per la lotta ai cambiamenti climatici). E’ una priorità, per ristabilire anche in questo campo il ruolo e la credibilità del nostro Paese.

In passato, al crescere del bilancio destinato alla cooperazione multilaterale non è corrisposto un aumento del peso politico dell’Italia nel definirne gli orientamenti, anzi: negli anni del governo Berlusconi abbiamo abdicato ad ogni tentativo di influenza, e persino di controllo. Ci impegniamo a dare all’Italia un profilo credibile, attento e propositivo nella definizione delle politiche e nell’attuazione della cooperazione, delle politiche di sviluppo europee e delle organizzazioni internazionali.

Il modo migliore – non solo più giusto ma anche più efficace – di garantire stabilità e sicurezza nel mondo è investire nella prevenzione delle crisi, nello sviluppo sostenibile, nella promozione dei diritti umani a partire da quelli delle fasce vulnerabili, dalle donne ai dei bambini, nella coesione sociale. Per questo siamo convinti che la nostra migliore “difesa” sia una coerente e lungimirante politica di pace. Ci impegniamo ad attuare un’attenta revisione delle politiche di investimento in armamenti, un controllo rafforzato – sia a livello nazionale che internazionale – della loro produzione e commercio, ed un profilo più attivo dell’Italia sul disarmo e la non-proliferazione, a partire da quella nucleare e delle armi di distruzione di massa.

Da sempre ci siamo battuti per destinare maggiori risorse alla cooperazione ed in particolare ai progetti delle Ong, che fosse attraverso la legge 49 o nei Decreti di finanziamento delle Missioni Internazionali di Pace – ottenendo a volte anche qualche risultato insperato. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che l’azione umanitaria prima e poi la ricostruzione del tessuto civile, sociale, e materiale di una comunità che vive o ha vissuto un conflitto sia il modo più efficace di riportarlo alla pace. Siamo però anche consapevoli del rischio che gran parte della cooperazione venga “assorbita” – in modo del tutto improprio – da misure legate alle Missioni Internazionali. Per questo ci impegniamo non solo ad aumentare le risorse per i progetti di sviluppo proposti dalle Ong per le aree di crisi (e crisi potenziali, in una logica di prevenzione), ma anche ad allocare quelle risorse attraverso canali e modalità adeguate in termini di efficienza ed efficacia.

Sosteniamo da molti anni, in Italia e in Europa, con specifiche proposte di legge, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, affinché il costo della crisi economica internazionale sia pagata, almeno in parte, da chi l’ha prodotta, regolando la finanza speculativa.
Oggi, in sede europea è partita la cooperazione rafforzata e a livello nazionale è stata introdotta una prima forma di tassazione delle transazioni finanziarie. Innanzitutto è indispensabile ed urgente raccordare il piano nazionale con quello europeo. La nostra proposta, nel dettaglio, prevede l'estensione dell'imposta anche agli operatori non italiani, l'uniformazione tra i mercati regolati e quelli non regolati, un ampliamento della base imponibile che includa tutti gli strumenti derivati, la distinzione tra operatori ad elevata frequenza di scambio (per i quali l'imposta si applica sulle singole operazioni) dagli altri operatori (per i quali l'imposta si applica sulle posizioni nette a fine giornata).
Ci impegniamo a destinare il gettito derivante dalla tassa sulle transazioni finanziarie a politiche attive per il lavoro e di coesione sociale, alla cooperazione allo sviluppo, a misure di contrasto ai cambiamenti climatici.

Così come è per altri settori di attività di cittadini, famiglie ed imprese, sappiamo che anche per la società civile nel nostro paese esistono piccoli grandi ostacoli di tipo burocratico ed amministrativo che spesso fanno la differenza. Ci impegniamo a rimuoverli, forti della credibilità che in questo campo abbiamo sempre avuto. In particolare, condividiamo la necessità di stabilizzare ed eliminare i massimali del 5×1000 e garantirne soprattutto la rapida erogazione; innalzare il tetto delle donazioni deducibili; esentare dall’IRAP e ridurre le tariffe postali per le Onlus; garantire la quota per la “lotta alla fame nel mondo” dell’8×1000.

Sappiamo quanto il tema della trasparenza sia cruciale per ogni attività e settore della pubblica amministrazione e delle iniziative di carattere associativo e privato. Questo vale tanto più se riguarda il campo della cooperazione internazionale, sia per poter mostrare quella credibilità e trasparenza che richiede ai propri partner internazionali, sia come dovere verso i cittadini contribuenti che con fiducia sono disposti a partecipare ad uno sforzo solidale e positivo dell’Italia, a condizione che questo sia svolto con rigore efficienza ed efficacia.
Per questo (ed anche perché siamo convinti che gli impegni internazionali si rispettano, sempre) daremo seguito agli impegni sulla trasparenza presi dall’Italia al Forum sull’Efficacia degli Aiuti di Busan, implementando lo standard comune per la pubblicazione elettronica periodica e completa delle risorse utilizzate per la cooperazione internazionale allo sviluppo e dei risultati ottenuti.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it