Famiglia
Telefono Azzurro, molto più di un numero
Viaggio dentro i "segreti" dell'associazione
di Redazione

Il call center è solo un pezzetto delle attività dell’ente nato 23 anni fa. Poi ci sono i contatti internazionali, il centro studi e percorsi di formazione all’avanguardiaSe pensate a un grande call center su misura per i piccoli, siete fuori strada. Perché il superare la dimensione asettica di una linea telefonica, qui, è la precondizione del servizio. Qualunque sia il numero che facciate – e ce ne sono quattro (19696 per bambini e adolescenti, 199151515 per gli adulti, 114 per le emergenze e 116000 per le scomparse di minori), complessivamente più di un milione e mezzo di contatti nel 2009 – il “modello Telefono Azzurro” è sempre lo stesso. Di cui il telefono è solo un pezzetto.
«Molti pensano a Telefono Azzurro come ad un centralino cui segnalare le emergenze dell’infanzia», spiega Anna Rita Lissoni, coordinatrice delle linee di ascolto di Milano. «Il punto però è come noi concepiamo l’emergenza: non come raccolta di una denuncia fatta al telefono ma come qualcosa di più. Noi abbiamo un progetto a medio-lungo termine, l’obiettivo di interrompere il flusso delle emergenze: se ci si limita a mandare una volante, la vita del bambino cambia poco». Ecco allora il grande sforzo per creare il raccordo con il territorio. Quando la collaborazione funziona, il vantaggio è per tutti, per il bambino in primis. Persino in situazioni gravissime come quelle segnalate al 114. «A volte le forze dell’ordine ci richiamano, una volta che sono dentro la casa. Riusciamo a vedere il bambino con i loro occhi e, se necessario, a dare loro indicazioni utili sul modo migliore per interagire con lui anche quando è in grave stato di shock», spiega Valeria Zerbo, coordinatrice della sede milanese del 114.
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