Non profit
Terzo settore, per ora solo una stampella
Aumentano gli affidamenti, ma il privato sociale rimane ancora troppo spesso escluso dall'attività di progettazione dei servizi
di Redazione
Sempre più terzo settore nei servizi sociali del pubblico. Lo dice il secondo Rapporto nazionale dell’Auser su enti locali e terzo settore: il 47,4% della spesa comunale finalizzata all’assistenza è stata utilizzata per affidare all’esterno (cooperative sociali e associazioni del terzo settore) la gestione dei servizi socio-assistenziali, socio-culturali e alla persona. Era il 46% nel 2006.
Due le ragioni di questo outsourcing crescente: da un lato l’aumento delle domande di prestazioni sociali, dall’altro la diminuzione, da parte dei Comuni, di personale interno. Una tendenza che però spesso è vissuta dagli enti locali come scelta obbligata e quindi presenta alcune carenze: disparità dei servizi erogati, carenza nella programmazione sociale e scarso controllo dei servizi affidati all’esterno. Insomma, siamo ben lontani dalla realizzazione della sussidiarietà orizzontale che prevede invece la partecipazione del terzo settore alla programmazione.
Auser ha esaminato un campione di 232 selezioni pubbliche e ristrette indette fra ottobre 2008 e aprile 2009 in comuni con più di 30mila abitanti: una spesa sociale pari a 52,9 milioni di euro. Nei casi analizzati, solo 3 Comuni hanno proposto a cooperative e associazioni di co-progettare insieme un servizio, aprendo un tavolo di lavoro congiunto, e solo 5 gare pubbliche hanno previsto l’aggiudicazione di servizi sulla base dell’appalto concorso, lasciando cioè alle imprese sociali la possibilità di proporre progetti di ampio respiro. Tutte le altre gare si limitano ad affidare un servizio a un soggetto esterno: per l’84% il criterio per l’aggiudicazione è stata l’offerta più vantaggiosa e per ben il 16% quello del massimo ribasso (dato che cresce fino al 36% al Sud), ignorando e componenti tecniche e qualitative offerte. Preoccupante anche la breve durata del contratto: il 54% prevede un affidamento dell’incarico per 2 o 3 anni, mentre il 28% si ferma addirittura sotto l’anno. «Un elemento di forte incertezza nelle prestazioni di efficienza e di efficacia della spesa sociale», commenta Auser. In sostanza, è l’amara conclusione del Rapporto, a quasi otto anni di distanza dall’introduzione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale, tali disposizioni non vengono ancora adeguatamente promosse e applicate dalle Pa.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.