Il ministro Gelmini ha chiarito che per gli alunni con cittadinanza non italiana ma nati in Italia non vale il tetto del 30%. È una precisazione che fa la differenza, poiché già oggi sono nati in Italia 7 stranieri su 10 iscritti nelle nostre scuole dell’infanzia e la metà di quelli iscritti alle elementari (nelle prime classi è nato in Italia il 62% degli alunni stranieri). Il sito specializzato Tuttoscuola stima che per l’anno 2010/11, nelle prime classi della scuola primaria, due alunni stranieri su tre saranno di seconda generazione. Sempre secondo Tuttoscuola, che ha elaborato gli ultimi dati ministeriali disponibili (2007/08), meno del 2% delle scuole sarà interessato dal tetto del 30%, poiché in quell’anno le scuole statali che avevano più del 30% di alunni stranieri erano 542. Di esse, 405 sono primarie, 86 di secondarie e 51 superiori. Una stima per eccesso, che considera il numero complessivo di alunni con cittadinanza non italiana, compresi quelli nati in Italia. Vinicio Ongini, esperto che lavora all’Ufficio integrazione degli alunni stranieri del ministero dell’Istruzione, ha pubblicato di recente il libro Una classe a colori, che dà i dati più recenti: nell’anno scolastico in corso gli alunni con cittadinanza non italiana sono 690mila, con un ritmo di crescita che da due anni è in diminuzione. Con questa tendenza, gli alunni non italiani saranno un milione nel 2015. Su circa 58mila scuole statali, 15mila superano il 10% di alunni stranieri iscritti, 500 il 50% e una punta di 24 scuole è sopra la soglia dell’80%. (S.D.C.)
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