Welfare
Tossicodipendenti, per lo stato …una modica spesa
I conti in tasca al servizio sanitario
di Redazione
8,2 euro al giorno a persona. È questa la spesa per i 270mila soggetti in cura nei 559 Sert. Sono i numeri emersi alla conferenza di Trieste. Destinati a far discutere Se il federalismo fiscale è di là da venire, quello delle dipendenze è da anni una realtà. Ma c’è poco da festeggiare: nelle 21 Italie che emergono dall’inedita fotografia sul mondo degli operatori scattata dal Gruppo tecnico interregionale guidato dal toscano Arcangelo Alfano sono più le ombre che le luci. A partire, come emerso dalla Conferenza di Trieste, dalla larghissima forbice delle rette, un chiodo su cui le comunità terapeutiche battono da anni. Che per il servizio terapeutico riabilitativo residenziale (i dati sono del 2008) vanno dai 150 euro al giorno per utente della provincia di Bolzano fino a precipitare a meno di 40 euro in Lazio e Campania. «È sicuramente questa la disparità più evidente che emerge dal nostro lavoro», conferma Alfano. Ma le distanze crescono ancora di più sui servizi specialistici.
Un quadro simile a quello che emerge per i servizi madre/bambino, per quelli dedicati agli alcolisti e per i servizi di prima accoglienza. In tutti e tre i casi attivati in appena sette regioni su 21. «Le rette, oltre a non venir adeguate regolarmente in base ai reali costi della vita, non vengono nemmeno riviste in considerazione del fatto che la tipologia di utenza è sempre più impegnativa e necessita di assistenza continua anche notturna, assume per il 70% farmaci, e presenta una sempre più elevata cronicità», chiosa don Mimmo Battaglia presidente della Fict – Federazione italiana comunità terapeutiche.
La rete dei 559 Sert pubblici ha in carico 198.603 tossicodipendenti e 73.723 alcolisti. Mentre sono 8.253 gli operatori impegnati in questo settore, per lo più infermieri (25,1%) e medici (23,2%); gli educatori sono meno del 10%. Da rilevare come nella graduatoria del rapporto fra utenti e popolazione residente fra i 15 e 64 anni, le regioni del Nord, con in testa la provincia di Trento, seguita da quella di Bolzano e dall’Emilia Romagna, distacchino di diverse lunghezze quelle del Sud.
E così se a Bologna su mille abitanti i servizi ne hanno in carico più di dieci, in Sicilia sono la metà. Una statistica che rende evidente la grande distanza che si registra fra Nord e Mezzogiorno nella capacità di prendere in cura i tossicodipendenti. «In effetti», chiosa Alfano, «il Sud e le Isole sono in evidente ritardo». Il risultato? A Nord il numero medio di utenti per ogni medico è di 175, mentre a Sud è di 125 e di poco superiore a cento nel Centro Italia. Eppure a mettere il naso nel palazzo, si scopre che proprio Campania e Lazio, due fra le Regioni con le rette più magre, comandano la classifica del numero di personale regionale dedicato alle dipendenze. L’ufficio campano impiega nove persone in una regione dove i tossicodipendenti sono circa 26mila. Mentre la Lombardia, nei cui Sert sono registrati oltre 35mila utenti, ne impiega cinque. Tanti quanti il Lazio, che però ha in cura poco più di 20mila tossici.
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