VITA con Eni

Transizione energetica: una sfida strategica, nella complessità

Nel report di sostenibilità Eni for 2024 il racconto, i numeri e i modelli di intervento di un impegno strategico verso una transizione giusta, per il Pianeta e per le persone

di Mattia Schieppati

Come dimostrano anche gli stop-and-go di questi ultimissimi giorni a livello di normative UE (diesel sì, diesel no, per fare un piccolo esempio), e come risulta evidente da una situazione geopolitica in profonda e complicata evoluzione, quella della transizione energetica è una sfida complessa, un delicato equilibrio di fattori che può essere affrontato, e accompagnato, solo attraverso un approccio globale. 

Per un’azienda, e soprattutto per un’azienda che opera in un settore impattante e strategico come quello dell’energia, non è solo un fatto di “sostenibilità”, ma deve essere un tema di responsabilità culturale, prima ancora che ambientale, economica o sociale. 

Ecco perché è particolarmente significativo, e centrato, il termine con il quale Eni accompagna da anni il suo percorso di trasformazione verso l’obiettivo net zero che ha come traguardo il 2050: Eni parla di “just transition”. Una transizione che deve essere “giusta”, ovvero rappresentare un punto di equilibrio socialmente equo tra le diverse responsabilità cui un’azienda deve rispondere, creando valore e generando opportunità di business, mettendo a disposizione prodotti e soluzioni sempre più accessibili, preservando l’ambiente e contribuendo allo sviluppo complessivo delle comunità. E farlo in un’epoca di cambiamenti rapidi e complessi, nella quale profonde evoluzioni geopolitiche, sfide ambientali e rivoluzioni tecnologiche stanno ridisegnando le rotte della crescita globale e della sicurezza energetica.

Nel focus realizzato in collaborazione con Eni e pubblicato sul numero di luglio/agosto di VITA dal titolo “5 per mille, ma per davvero”, tutti gli ingredienti di questa ricetta complessa vengono raccontati seguendo il filo conduttore di Eni for 2024 – A Just Transition, il report volontario di sostenibilità dell’azienda che illustra i principali risultati conseguiti nel corso dell’anno nel percorso verso una transizione energetica capace di coniugare crescita industriale, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, illustrando le strategie e gli obiettivi futuri.

Come sintetizza Francesca Ciardiello, Head of Sustainability Eni, «per Eni just transition significa decarbonizzare l’energia di sempre, investendo in efficienza energetica e in soluzioni per la riduzione progressiva delle emissioni di CO2, la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Significa investire nelle energie di domani con i 4 GW di capacità di energia elettrica da fonti rinnovabili già installate da Plenitude e l’obiettivo di arrivare a 15GW nel 2030. Significa aumentare la capacità di bioraffinazione, in modo tale che i nostri clienti possano avere a disposizione dei carburanti maggiormente sostenibili per le loro esigenze di mobilità e significa tutelare la sicurezza delle persone, significa investire nelle competenze, nell’innovazione, investire nei territori dove siamo presenti contribuendo allo sviluppo locale, al fine di essere anche un soggetto che generi valore condiviso nel lungo termine». 

Il modello di business di Eni coniuga l’utilizzo di tecnologie, in larga parte proprietarie, valorizzando le competenze interne e una rete strategica di collaborazioni, con lo sviluppo di un innovativo modello organizzativo satellitare, che prevede la creazione di società dedicate in grado di accedere autonomamente al mercato dei capitali per finanziare la propria crescita e far emergere il valore reale di ogni business.

Il grande obiettivo, estremamente sfidante, è quello di arrivare alla decarbonizzazione dei processi e dei prodotti entro il 2050, considerando le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti energetici. Questo percorso, conseguito attraverso tecnologie già esistenti e in evoluzione, consentirà a Eni di abbattere la propria impronta di carbonio, sia in termini di emissioni nette che di intensità carbonica netta. In questo contesto, il gas naturale ha secondo la società un ruolo di fonte energetica ponte nella transizione, in virtù della sua accessibilità, affidabilità, versatilità e ridotto contenuto carbonico rispetto ad altri combustibili fossili, e in modo complementare rispetto ad altre soluzioni tecnologiche ed energetiche che, gradualmente, diventeranno sempre più rilevanti nel soddisfare la domanda di energia.


Foto in apertura @courtesy ENI

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