Un recente studio di Moody’s rivela che le aziende non finanziarie americane hanno in bilancio liquidità per l’astronomica cifra di un trilione, mille miliardi di dollari. A causa della crisi hanno tagliato i costi, ridotti gli investimenti ed ora pur con utili in aumento e casse piene sono riluttanti ad investire e ad assumere. Ma che diavolo sta succedendo?
Siamo in una liquidity trap, trappola della liquidità, termine coniato dall’economista Keynes negli anni 30 che si verifica quando, in una situazione con tassi di interessi molto bassi, la politica monetaria non riesce più ad esercitare alcuna influenza sull’economia. È quello che è successo in Giappone a partire dal 1990 dove, a fronte di massicci e ripetuti interventi della banca centrale, l’economia ancora oggi non decolla.
Con il costo del denaro Usa compreso tra 0 e 0,25%, l’economia, almeno in teoria, dovrebbe stimolare la capacità produttiva spingendo i consumi e gli investimenti. Invece ci ritroviamo con gli investimenti fermi, redditi in calo, consumi ridotti in attesa di tempi migliori. Anche le banche preferiscono tenere la liquidità parcheggiata sul conto proprio anziché farlo circolare all’interno del sistema produttivo, come ha ben evidenziato Mervin King, governatore della Banca d’Inghilterra, affermando che «c’è troppo poco denaro nell’economia». Le banche centrali stanno cercando di forzare i consumatori a spendere, le imprese ad investire e assumere ma non succede nulla. Gli economisti degli anni 30 spiegavano lo stallo con una massima celebre: «È possibile portare un cammello all’abbeveratoio ma non si può costringerlo a bere».
Ma perché succede questo? La risposta è semplice ma difficile da spiegare. È diminuita la velocità: a parità di dollari in circolazione è diminuita la capacità di un dollaro di produrre economia. Cioè è diminuito il numero di volte che un dollaro circola acquistando beni e servizi. Questo spiega l’attesa che nei giorni scorsi ha accompagnato la decisione del Fomc – Federal open market committee, organo decisionale della Federal Reserve, di inettare moneta nel sistema attraverso l’acquisto di titoli di Stato, con l’obiettivo di rilanciare l’economia e ridurre la disoccupazione. Speriamo che il cammello ricominci a bere.
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