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Troppi psicofarmaci ai bambini, adesso si muove la politica

Le prescrizioni di psicofarmaci in età pediatrica sono aumentate in cinque anni del 280%

di Redazione

Le prescrizioni di psicofarmaci in età pediatrica sono aumentate in cinque anni del 280%, e presto potrebbero esserci in Italia 700mila bambini trattati con questi medicinali. Sono i dati, riferiti al quinquennio 1997-2002, diffusi dalla campagna di farmacovigilanza Giù le mani dai bambini, sostenuta da una centinaio di associazioni e 200mila addetti ai lavori.

Secondo i promotori della campagna, oggi nel nostro Paese sono 30mila i giovanissimi in trattamento farmacologico per disturbi di comportamento e di apprendimento, mentre a breve apriranno 82 nuovi centri per la somministrazione di medicinali psichiatrici dopo il via libera dato dall?Emea, l?Agenzia europea dei medicinali, alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini già dagli 8 anni solo dopo 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Un quadro che ha suscitato reazioni anche nel mondo politico: la senatrice Paola Binetti, psicoterapeuta, ha annunciato che presenterà un?interrogazione parlamentare sul tema.

«Esistono indubbiamente casi in cui le patologie psichiatriche infantili necessitano di farmaci», dice la Binetti a Vita, «ma sono poche e ben definite. A me sembra che l?abuso di farmaci sia figlio della fretta, che impedisce di dedicare ai bambini gli interventi psicoeducazionali più adeguati. Di fronte a un bambino irritabile, o che disturba in classe, la pillola sembra la soluzione più facile». Con l?interrogazione, che presenterà a giorni, la senatrice chiederà al ministro Turco «di effettuare una ricognizione delle cause che determinano il disagio di tanti bambini», e al ministro Fioroni «una valutazione di come vengono gestite a livello scolastico le situazioni problematiche di tipo psichiatrico».

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