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Tsunami, già 130 morti
Impressionanti i racconti dei testimoni. La preoccupazione di Barack Obama
di Redazione

A Samoa i morti sono 100, mentre nelle vicine Samoa americane si contano 19 vittime e nell’isola Niuatoputapu dell’arcipelago di Tonga altre 10. Questo il bilancio provvisiorio della catastrofe che si è abbatuta sul pacifico orientale.
Il sisma ha provocato onde di tsunami alte fino a sei metri che hanno devastato villaggi e centri turistici. Testimoni riferiscono di persone trascinate via dalla furie delle acque, con bambini strappati dalle braccia dei genitori e addirittura automobili travolte dalle onde. Almeno 20 morti sono stati rinvenuti sulla popolare spiaggia di Lalomanu a Samoa, molto popolare fra i turisti australiani e neozelandesi. “Abbiamo avuto danni molto pesanti lungo le coste e la maggior parte dei resort turistici sono stati spazzati via”, ha detto il vice primo ministro delle Samoa, Misa Telefoni.
Il primo ministro facente funzioni della nuova Zelanda, Bill English, ha parlato “di un considerevole numero di morti” che potrebbe crescere nelle prossime ore, e ha annunciato l’invio di un aereo di ricognizione alla ricerca di sopravvissuti in mare. Negli Stati Uniti, il presidente Barack Obama ha intanto dichiarato lo stato di emergenza per le Samoa americane.
Le isole Samoa sono divise fra la nazione di Samoa e le Samoa americane e in totale contano una popolazione di 250mila persone. Il sisma di magnitudo 8 si e’ scatenato all’alba di martedi’, quando la gente si stava preparando per andare al lavoro e a scuola. Eni Faleomavaega, che rappresenta le Samoa americane negli Stati Uniti, ha riferito alla Bbc che lo tsunami si e’ verificato pochi minuti dopo la prima scossa. “Nessun sistema di allerta avrebbe potuto dare un avvertimento adeguato alla popolazione”, ha commentato. “Alcune aree si trovano sotto il livello del mare, per cui si puo’ immaginare la devastazione”, ha proseguito Faleomavaega, secondo il quale le onde “hanno letteralmente spazzato tutte le aree piu’ basse delle isole Samoa” provocando morti e ferendo “numerose centinaia” di persone. Dopo la prima scossa se ne sono registrate diverse altre di assestamento, due delle quali di magnitudo 5,6 e un’altra di magnitudo 5,8.
Anche Caritas si è attivata. Caritas Samoa, con i responsabili dell’Arcidiocesi di Samoa–Apia sta già effettuando una prima valutazione dei danni dello tsunami e del terremoto. Ospedali e servizi medici sono stati spostati presso l’Istituto Cattolico di Longoipulotu, la cittadina più importante dell’Isola di Savai’i – una delle due isole principali che compongono lo Stato di Samoa.
Spostati lì anche il Centro Pastorale – che è stato adibito a centro medico di emergenza – e i servizi della Chiesa locale. Risultano parzialmente danneggiate anche le sedi di Caritas Samoa e Caritas Tonga.
Caritas Samoa sta aiutando la popolazione – in particolare le fasce più deboli – a spostarsi verso l’interno zone montagnose dove sono stati allestiti rifugi temporanei.
Caritas Italiana ha manifestato vicinanza alla Chiesa locale e si mantiene in costante collegamento con la Caritas Samoa e con la rete internazionale, sostenendo gli interventi in atto in questa fase di emergenza.
Per sostenere gli interventi in corso (causale “Maremoto Samoa-Oceania”) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013. Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma – Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
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