Cultura
Tsunami: speso solo il 20% degli aiuti donati da australiani
Le 5 maggiori agenzie australiane di aiuti sono riuscite a spendere meno di un quinto dei 188 milioni di euro donati, secondo le stime ci vorranno altri 8 anni per usare quanto raccolto
di Redazione
Le cinque maggiori agenzie australiane di aiuti sono riuscite a spendere finora meno di un quinto dei 315 milioni di dollari australiani (188 milioni di euro) donati dal pubblico per le vittime dello tsunami del 26 dicembre nell?Oceano indiano – e secondo le stime ci vorranno altri otto anni per utilizzare le somme raccolte. Un rapporto pubblicato oggi sulla performance della Croce rossa e di Caritas, Care, Oxfam e World Vision, mostra che nei primi tre mesi di quest?anno le cinque Ong hanno speso solo 57 milioni di dollari in aiuti di emergenza e di riabilitazione. Con 188 milioni di euro in donazioni private, ed oltre 600 milioni in cinque anni offerti dal governo di Canberra ed in massima parte destinati all?Indonesia, l?Australia è stato il secondo donatore di aiuti, dopo gli Usa, a favore delle vittime del maremoto che ha causato oltre 228 mila morti o dispersi e ha devastato le comunità costiere dalla Somalia all?Indonesia. Il rapporto indica che le Ong australiane hanno fornito aiuti medici, di alloggio, cibo e acqua potabile a migliaia di comunità in Indonesia, Sri Lanka, Maldive, India Thailandia, Birmania, Malaysia, Bangladesh, Somalia e Seychelles nella fase iniziale di emergenza. E hanno conseguito maggiori progressi in Sri Lanka che nell?isola indonesiana di Aceh, la più devastata, principalmente a causa della mancanza di un porto di acqua profonda, che rende difficile le consegne di cemento e materiali pesanti. I responsabili delle agenzie ammettono che l?utilizzo dei fondi ha proceduto lentamente, ma sostengono che è più importante che il denaro sia speso bene. E dichiarano di concentrarsi ora su progetti a lungo termine per aiutare a ricostruire le infrastrutture e riparare le economie locali. Il Consiglio australiano per lo sviluppo internazionale, che rappresenta le agenzie umanitarie, ha confermato che alcuni donatori, almeno 30, hanno chiesto il rimborso delle somme, donate in protesta per la condanna a 20 anni comminata venerdì scorso da un tribunale di Bali alla giovane australiana Chapelle Corby per importazione di marijuana. «La realtà è che le persone colpite dallo tsunami non hanno alcuna influenza sul sistema giudiziario indonesiano e non dovrebbe essere punite da di critica la maniera in cui questo opera», ha dichiarato il direttore dell?ente, Paul O?Callaghan.
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