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Tunisi dà l’ok ai rimpatri. Forse
Il premier e il ministro dell'interno di ritorno dalla Tunisia per valutare come far fronte agli sbarchi
di Redazione

Si è conclusa nel pomeriggio la missione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a Tunisi per discutere del problema dell’afflusso continuo di immigrati clandestini sulle coste italiane. Subito dopo il suo arrivo all’aeroporto di Tunisi, la tv di stato del paese nordafricano ha mostrato le immagini dell’accoglienza riservata al premier italiano dal suo omologo tunisino, Béji Caid Essebsi, mentre l’agenzia di stato ‘Tap’ preannunciava un incontro tecnico tra il ministro Maroni e il suo omologo tunisino, Habib al-Said, a capo del dicastero dell’Interno solo da qualche settimana.
Dopo il colloquio con il premier tunisino, Berlusconi si è mostrato ottimista, sostenendo che anche sulla questione dei rimpatri “c’è la disponibilità da parte del governo di Tunisi di esaminare la questione e la nostra volontà di farlo in modo assolutamente civile”. Il premier italiano ha anche commentato quanto sta accadendo a Lampedusa, definendo “comprensibile” l’esodo dalla Tunisia anche perché i giovani nord africani “cercano un miglioramento delle condizioni di vita” ed ha ricordato i rapporti “sempre di grande amicizia” tra Italia e Tunisia, assicurando “ampia collaborazione” all’esecutivo di transizione di Tunisi “nel momento storico del passaggio alla democrazia”.
Eppure i due esponenti del governo italiano non tornano questo pomeriggio a Roma con un’intesa già sottoscritta.
In un breve lancio dell’agenzia ufficiale di Tunisi, ‘Tap’, si legge che ”nessun accordo tra Tunisi e Roma sul dossier dell’immigrazione clandestina è stato annunciato al termine dell’incontro di questa mattina a Tunisi tra il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, e il primo ministro del governo provvisorio tunisino Béji Caid Essebsi”.
I colloqui tecnici tra le due delegazioni proseguono fino a domani quando Maroni dovrebbe tornare a Tunisi.
Intanto mentre era in corso il vertice tra Berlusconi ed Essebsi, alcune decine di attivisti politici tunisini tenevano una manifestazione contro la politica del nostro governo sul tema dell’immigrazione davanti all’ambasciata italiana di Tunisi. In particolare chiedevano di “non espellere i clandestini” e di avere “un atteggiamento equo nei riguardi degli immigrati”.
Un esponente dell’associazione per la Cittadinanza tunisina, che ha organizzato il sit-in di oggi, Ummia al-Sadiq, ha spiegato che “le parole ascoltate nei giorni scorsi su questo tema ricordano il periodo delle colonizzazioni e del razzismo e non possono essere legate al nuovo corso democratico tunisino”.
I manifestanti hanno protestato in particolare “contro il trattamento riservato agli immigrati tunisini nei centri di detenzione temporanea per clandestini in Italia. Non a caso un immigrato tunisino si è dato fuoco nel centro di Manduria. Chiediamo al nostro governo di firmare nuovi accordi nei quali imporre ai partner europei di rispettare i loro impegni”.
Da Bruxelles, intanto, il portavoce della commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, ha chiarito che se lo ritiene l’Italia può legalizzare i clandestini, permettendo così loro di viaggiare nel resto dell’Europa. “I Paesi membri hanno il diritto di autorizzare la permanenza di chiunque vogliano sul loro territorio – ha detto Marcin Grabiec – Se un Paese membro lo vuole, è possibile”.
Mentre il Comitato direttivo del Consiglio Italiano per i Rifugiati chiede di ”concedere a tutti i tunisini arrivati in questo periodo in Italia un permesso di soggiorno per protezione temporanea e richiedere lo stesso trattamento alla Francia e agli altri Stati Europei”.
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