Mondo
Turchia-Israele, sospesi i trattati militari e ritirato l’ambasciatore
Le relazioni bilaterali inclinate dopo l'assalto alla Freedom Flotilla nel 2010
di Redazione
Sospesi tutti gli accordi militari tra Israele e Turchia. L’ha annunciato nella mattinata di venerdì il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu. Il governo di Erdogan ha anche reso noto di aver espulso l’ambasciatore d’Israele e lo stesso ministro Davutoglu ha affermato di aver ridotto la rappresentanza diplomatica turca in Israele al “minimo livello possibile”, mantenendo nel paese della Stella di Davide solo un secondo segretario d’ambasciata. Lo stesso ministro degli esteri di Erdogan ha spiegato come la Turchia non riconosca il blocco navale intorno a Gaza.
La decisione dell’esecutivo turco, l’unico paese del Mediorente che insieme all’Egitto riconosce lo Stato d’Isreale, è dettata dalle mancate scuse da parte del governo israeliano per l’assalto alla Freedom Flotilla, il convoglio multinazionale di pacifisti che nell’estate 2010 voleva raggiungere la Striscia di Gaza, chiusa dal blocco navale israeliano era stato attaccato dalla marina d’Israele provocando la morte di sette attivisti turchi. Una vicenda quella della Freedom Flotilla che si complica ancora più, anche dopo le anticipazioni del New York Times sul Rapporto Palmer, la versione dell’incidente secondo le Nazioni Unite. Per l’Onu l’intervento della marina israeliana fu “appropriato e legittimo”, anche se l’uso della forza è definito “eccessivo, irragionevole, inaccettabile”
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