Non profit

Tutto il valore che sfugge dal metro del Pil

di Redazione

Diventare socially responsible (socialmente responsabili) è da un lato, una meta ambiziosa, che impone l’utilizzo di molte risorse ed energie, dall’altro, in un’ottica di lungo periodo, permette di creare valore sostenibile, offrendo quindi più opportunità alle aziende di diventare più competitive ed efficienti nel loro operato. La novità dell’ultima ricerca realizzata dal CreSv – Centro di ricerca su Sostenibilità e valore e che verrà presentata a Milano il 10 maggio, alla presenza, tra gli altri, del premio Nobel per l’Economia Amartya Sen, risiede nell’approfondimento del concetto di “valore sostenibile” sotto due prospettive diverse: il Sistema Paese in generale e il mondo aziendale. Questo approccio è particolarmente attuale, dal momento che il concetto di “valore sostenibile” non è soltanto discusso a livello manageriale, ma trova sempre più spazio nei dibattiti relativi alla ricchezza e creazione di valore degli Stati e delle nazioni, dal momento che il prodotto interno lordo sembra ormai non più adeguato per tale finalità.
Negli ultimi anni, diversi sono stati i contributi che hanno riconsiderato la validità di uno strumento come il Pil per la misurazione dell’effettiva ricchezza dei Paesi e sono stati sviluppati molteplici indicatori alternativi che incorporano nella loro valutazione non solo l’aspetto puramente monetario della creazione di valore, bensì anche fattori che ponderano il benessere umano. Attraverso un’attenta disamina di molteplici studi al riguardo, è stato possibile effettuare un confronto fra i trend del Pil e dell’Isew, uno degli indicatori alternativi più utilizzati, per Paesi sviluppati ed emergenti.
Per ciò che concerne l’analisi a livello aziendale, la domanda di ricerca posta è stata molto semplice: esiste un legame fra i comportamenti socialmente responsabili delle aziende e le performance economico-finanziarie delle stesse? Per dare una risposta a questo interrogativo si è, da un lato, considerato un punteggio che valutasse il livello di attenzione alle tematiche ambientali da parte delle aziende, dall’altro, invece, uno relativo alla social & governance.
Studi simili, antecedenti a questa ricerca, non giungono a conclusioni univoche a riguardo: in alcuni casi l’inserimento nelle strategie aziendali di politiche/programmi improntati al rispetto delle variabili sociali e ambientali determina migliori risultati economici – finanziari, mentre in altri casi le evidenze sono opposte. Invece lo studio condotto dal CreSV ha riscontrato una diretta connessione positiva fra le variabili di Corporate social responsibility, soprattutto nel caso delle politiche ambientali, e le performance economico – finanziarie, identificando, quindi, la necessità di un cambiamento nelle politiche aziendali.
*Francesco Perrini è direttore del CReSV e titolare della cattedra di Social Entrepreneurship all’Università Bocconi

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