Cultura

Ue: accordo sul nuovo Trattato

L'Italia ottiene soddisfazione sui suoi seggi parlamentari

di Redazione

I leader dell’Unione europea hanno raggiunto nella notte al Consiglio di Lisbona l’accordo sul nuovo trattato Ue, dopo aver superato lo scoglio italiano sulla riforma dei seggi Ue e quello polacco sui diritti di voto.

L’Italia ottiene così, grazie alla mediazione della presidenza portoghese, 73 seggi a Strasburgo piuttosto che 72, recuperando la parità con la Gran Bretagna. Alla Francia restano 74 seggi.

La soluzione è stata trovata lasciando il numero dei parlamentari europei a 750 escludendo dal computo il presidente, che non vota.

Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha detto che l’Italia “saluta con soddisfazione” l’accordo sul Trattato e, riferendosi alla questione dei seggi, ha commentato: “Abbiamo messo le cose a posto”.

Prodi ha spiegato che il “seggio in più all’Italia è il riconoscimento del ruolo di collante in Europa svolto dall’Italia per lunghi anni”.

Dal 2014 inoltre, il principio della cittadinanza sarà adottato per le assegnazioni dei seggi.

Il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha commentato: “Normalmente non siamo pianta grane. Abbiamo posto un problema e un principio. L’Europa ne ha preso atto e ha fatto uno sforzo”.

Il Parlamento di Strasburgo aveva votato la scorsa settimana la proposta di una nuova ripartizione dei seggi che portava quelli italiani dagli attuali 78 a 72 e, soprattutto, rompeva la tradizionale equivalenza con quelli assegnati a Francia e Gran Bretagna. Parigi perdeva 4 deputati, Londra 5 e Berlino 3.

L’obiettivo della riforma è di ridistribuire i seggi in vista della riduzione del numero di parlamentari a 750 dagli attuali 785, a partire dalla prossima legislatura nel 2009.

La nuova ripartizione è stata fatta in base al principio della residenza nei vari Paesi e non della cittadinanza, principio contestato dall’Italia perché non in linea con il trattato Ue.

“Voi tutti conoscete la posizione dell’Italia”, aveva detto stamani il presidente del Consiglio, Romano Prodi, arrivando a Lisbona per partecipare alla riunione del Pse convocata prima dell’inizio del vertice.

Ieri, alla vigilia del vertice, Prodi aveva ribadito il no dell’Italia alla risoluzione votata in Parlamento, ma senza agitare l’ipotesi di porre il veto sul Trattato stesso.

La redistribuzione, proposta dall’eurodeputato francese Alain Lamassoure e dal collega rumeno Adrian Severin era stata approvata in seduta plenaria dal parlamento di Strasburgo con 378 voti a favore, 154 contro e 109 astensioni. Per il governo italiano il voto dimostra che manca nel Parlamento europeo una visione condivisa sulla proposta.

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