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Ue: diritti, terrorismo, immigrazione le priorit

In anteprima la bozza del vicepresidente Franco Frattini, commissario per la Giustizia, la sicurezza e la libertà, che sarà presentata ufficialmente il 10 maggio

di Redazione

Difesa dei diritti, lotta al terrorismo con focus sull’Europa, gestione dell’immigrazione con l’ipotesi di progetti pilota al di fuori dell’Ue: sono i tre punti in cima alle priorita’ in tema di sicurezza e liberta’ per i prossimi cinque anni indicati nella bozza di una comunicazione preparato dal vicepresidente della Commissione Franco Frattini, commissario per la Giustizia, la sicurezza e la liberta’. Il documento, che Adnkronos International e’ in grado di anticipare, sara’ presentato ufficialmente il prossimo 10 maggio a Strasburgo, nel corso della Plenaria del Parlamento Europeo. Esso indica le dieci priorita’ per i prossimi cinque anni, e si fonda sul cosiddetto Programma dell’Aja, varato dal Consiglio Europeo del 4-5 novembre 2004, il successore del Programma di Tampere del 1999, che gia’ tracciava le linee per la creazione di uno spazio giuridico e di diritti comune dell’Unione Europea. Il documento che sara’ presentato dalla Commissione la prossima settimana e’ in forma di comunicazione al Consiglio e al Parlamento, ed e’ intitolato ”Il Programma dell’Aja: dieci priorita’ per i prossimi cinque anni”. Diamo qui di seguito i dieci punti. La prima priorita’ indicata dal documento e’ quello dei diritti fondamentali. Particolare attenzione l’esecutivo vuol dare ai diritti dei bambini, e alla lotta contro la violenza alle donne.

La seconda priorita’ indicata dall’esecutivo comunitario e’ la lotta al terrorismo. La Commissione chiede di focalizzarsi su diversi aspetti della prevenzione, rafforzando le capacita’ degli stati membri di combattere il terrorismo in aree come il reclutamento, il finanziamento, l’analisi dei rischi, la protezione di infrastrutture critiche e la gestione degli effetti di eventuali attacchi. Si chiede inoltre un approccio coerente e integrato. ”E’ della massima importanza – si legge nel documento- comprendere il complesso fenomeno che e’ il terrorismo in Europa: i processi d’indottrinamento e il reclutamento, nonche’ il tipo di ambiente che consente alle idee e ai movimenti terroristici di radicarsi”. Necessario e’ inoltre ”uno sforzo nella lotta al finanziamento del terrorismo”. La Commissione propone in particolare ”la designazione di un servizio specializzato all’interno di ogni servizio di intelligence di ogni stato membro che abbia accesso a tutte le informazioni e all’intelligence rilevante rispetto alle attivita’ terroristiche implicanti persone, gruppi o entita”’ presenti nella ‘lista nera’ dell’Ue. La Commissione propone, tra le varie misure, lo sviluppo di una politica comune che vieti il pagamento di riscatti per ostaggi di terroristi e di una politica e di una legislazione contro la diffusione dell’odio e l’incitamento alla violenza.

Al terzo posto figura la gestione dell’immigrazione, sia legale, sia clandestina. ”Occorre definire un nuovo approccio alla gestione dell’immigrazione – si legge nella bozza di comunicazione della Commissione – e occorre sviluppare una politica comune di immigrazione a livello di Unione”. Nel testo si fa riferimento ai ”costi sociali ed economici estremamente alti dell’immigrazione clandestina e dell’occupazione illegale”, anche se ”e’ necessario il rispetto per i diritti e la dignita’ di cittadini di paesi terzi in condizione illegale”. Inoltre, si chiede che la politica comune d’immigrazione ”comprenda un serio investimento nelle relazioni con i paesi terzi, sia di origine, sia di transito”. E’ quello che il documento chiama la ”dimensione esterna dell’asilo e dell’immigrazione”. In esso l’esecutivo parla dello ”sviluppo di programmi Ue di protezione regionale”. Essi includono, gia’ nel 2005, un ”piano d’azione per il programma Ue di protezione regionale”, il lancio di ”programma pilota di protezione”. Tali programmi, a quanto si apprende, sarebbero rivolti soprattutto ai rifugiati in importanti paesi di transito, tra le ipotesi la Libia (favorita da Italia e Germania) e l’Ucraina (preferita da Austria e alcuni dei nuovi paesi membri). A luglio l’esecutivo presentera’ una proposta rivolta proprio paesi di transito e di origine. La Commissione indica inoltre tra i programmi uno ”schema Ue di reinsediamento”, e cioe’ la possibilita’ che l’Ue offra a profughi situati fuori area la possibilita’ di insediarsi in uno stato membro (solo su base volontaristico dei singoli Paesi).

Al quarto posto compaiono la questione delle frontiere esterne, interne e politica i visti, al quinto un’area comune d’asilo. Qui si tratta di dare seguito alla seconda fase del programma di Tampere per la creazione di un sistema europeo comune d’asilo. L’obiettivo e’ di trovare procedure comuni e status uniforme per persone che beneficiano di asilo. Tra le altre priorita’, la Commissione individua poi quella dell’integrazione degli immigrati, per ”migliorare l’impatto positivo della migrazione nella nostra societa’ ed economica”. Questo, si legge ancora nel documento ”contribuira’ alla comprensione e al dialogo tra religioni e culture basato sui valori fondamentali dell’Unione”. Tra le priorita’ troviamo quindi la privacy e la sicureza dei dati, alla ricerca di un equilibrio tra sicurezza e privacy. All’ottavo posto figura la questione del crimine organizzato, con l’obiettivo di sviluppare un concetto strategico per affrontare la piaga. In proposito la Commissione ha gia’ presentato una Comunicazione. ”Lavorare verso un modello europeo di intelligence per la lotta al crimine – si legge nel documento – sara’ uno dei compiti piu’ importanti da affrontare in questo campo e richiede gli sforzi comuni degli Stati membri, delle istituzioni e dei organismi Ue”. La nona e la decima priorita’ riguardano la garanzia di un’area di giustizia effettiva per tutti, la necessita’ di condividere responsabilita’ e solidarieta’ tra stati membri per l’attuazione di questi punti.

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